Se il 31 ottobre del 2002 non fosse crollata la scuola elementare “Francesco Jovine”, San Giuliano di Puglia, oggi quei bambini di sei anni avrebbero 21 anni: mai più una tragedia come quella, si disse.
E sulla commozione di quella strage venne emanata l’ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri che introduceva l’obbligo di procedere alle verifiche di vulnerabilità sismica. Obbligo scaduto nel 2013 ma che solo nel nuovo decreto terremoto è stata prevista una nuova scadenza al 30 agosto 2018 e un finanziamento statale.
Ma quanto sono sicure le scuole?
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C’è infatti preoccupazione, si legge su Ansa, tra studenti, insegnanti e famiglie nelle zone terremotate di Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo. In questi territori è nato il Comitato Scuole Sicure Italia, una rete di genitori soprattutto, che chiede chiarezza sulla sicurezza degli edifici scolastici.
E quanti sono gli edifici adeguati sismicamente? Solo l’8%, secondo dati di Cittadinanzattiva. Eppure il crollo della scuola di Amatrice, dove erano stati realizzati nel 2012 lavori di ristrutturazione, dimostra quanto sia attuale e urgente mettere in sicurezza, davvero, le scuole e non solo attraverso un ‘miglioramento sismico’.
Negli ultimi anni si sono fatti dei passi in avanti, con l’istituzione nel 2014 di una specifica Struttura di Missione per l’edilizia scolastica presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e con l’investimento di risorse ad hoc: oltre 4,6 miliardi, frutto di varie linee di finanziamento, sono già stati stanziati. Altri 2,5 miliardi sono in programmazione. Ma, rileva Legambiente, nonostante i fondi stanziati le riqualificazioni procedono troppo a rilento.
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