A lanciare l’allarme sulle gravi condizioni dei minori non accompagnati è il responsabile di Save the Children del progetto Praesidium, Michele Prosperi, per i quale il sistema di accoglienza non sta funzionando proprio per i migranti considerati più vulnerabili.
“La presenza dei minori negli sbarchi è ormai una costante, sono il 20 per cento del totale degli arrivi. La stragrande maggioranza, circa i due terzi, è composta da minori non accompagnati. Nei tre sbarchi degli ultimi giorni sono arrivati soprattutto ragazzi di nazionalità eritrea”.
La loro età oscilla tra i 15 e 17 anni ma “stiamo registrando anche l’arrivo di ragazzi di 14, 12 e 10 anni”, dice ancora Prosperi.
“La nazionalità è principalmente eritrea, ma ci sono anche siriani, somali e egiziani. E negli ultimi giorni c’è stata anche un caso eccezionale con l’arrivo di 12 ragazze minorenni, non accompagnate. Un’eccezione di cui cercheremo di capire meglio i dettagli”.
Secondo i dati di Save the children nella sola Sicilia orientale, e in particolare nella provincia di Siracusa, interessata dall’operazione Mare nostrum, ci sono attualmente quasi 400 minori soli non accompagnati ospitati in strutture temporanee, quindi nei centri di prima accoglienza, “nella maggioranza dei casi in condizioni assolutamente inaccettabili e non adeguate”.
Sono strutture fra le più diverse, comprese vecchie scuole, quella di Augusta, con molte criticità e lì questi ragazzi “sono ammassati tutti insieme, in condizioni difficili, quelle igieniche in particolare sono pessime. Anche le dodici ragazze arrivate ad Augusta due giorni fa erano state inizialmente portate in questo centro poi, anche su nostra sollecitazione, sono state trasferite perché le condizioni per loro erano improponibili, non era gestibile la copresenza con minori maschi non accompagnati”.
Ma sono pure ammassati in strutture che ospitano anziani e persone con disagio mentale in altre città del siracusano; lì “ci sono 35 minori non accompagnati e la situazioni è particolarmente critica per la convivenza difficile dei ragazzi con adulti in difficoltà. C’è una continua tensione, che può trasformarsi in un problema di sicurezza sia per i minori stessi che per gli ospiti della comunità”. Il caso ancor più grave è, però, quello del centro papa Francesco di Priolo Gargallo (Sr) dove ci sono 108 minori non accompagnati, di cui un gruppo consistente di minori è nel centro addirittura da quattro mesi.
“Le strutture di prima accoglienza dovrebbero essere utilizzate per il minor tempo possibile – spiega il responsabile di Save the children – Questo significa che tutto il sistema di gestione dei minori non accompagnati, che dovrebbe prevedere il loro collocamento in comunità idonee nel più breve tempo possibile, non sta funzionando. Su 400 minori nei centri temporanei la quasi totalità è presente almeno da due settimane, con casi limite di mesi. Questo rende la situazione particolarmente ingestibile, incentiva e favorisce le loro fughe”.
Secondo i dati a disposizione dell’associazione dal 9 e 14 aprile scorso degli 800 minori non accompagnati arrivati in quei giorni almeno 500 sono scappati, proprio per le condizioni dell’accoglienza. “Questa permanenza con standard non accettabili mette nell’ impossibilità di creare un rapporto di fiducia con questi ragazzi. In particolare con quanti avrebbero la possibilità di richiedere e ottenere la possibilità di una riunificazione familiare con parenti presenti in Italia o in altri paesi europei. Le procedure richiedono un tempo troppo lungo, i minori non credono che si arrivi a compimento in tempi brevi, così preferiscono continuare il viaggio affidandosi di nuovo ai trafficanti e si espongono a rischi molti alti di sfruttamento sessuale e di sicurezza fisica”.
“Non esiste un sistema che tenga traccia dei posti disponibili e che quindi consenta alle amministrazioni locali, che hanno in carico questi minori, di verificare la disponibilità effettiva”. Non solo, anche la copertura finanziaria di fatto prevista dal governo Letta, è ancora bloccata. “Non c’è chiarezza sui tempi e la disponibilità di questi fondi, ma molte comunità hanno criticità economiche e faticano a prendere alte persone”
“Quest’anno c’è stata un’ intensificazione degli arrivi, che è stata nei primi mesi dieci volte superiore a quella dell’anno scorso quando però da marzo in poi gli sbarchi hanno raggiunto numeri paragonabili a quelli di questi giorni.
L’aspetto critico e costante è che l’Italia si fa trovare sempre impreparata a gestire l’accoglienza, in particolare per i più vulnerabili, cioè i minori”.
“Siamo molto preoccupati – aggiunge – Save the children ha sviluppato una proposta di legge per la tutela e la protezione dei minori soli non accompagnati, che è stata presentata ad ottobre e attualmente è in attesa di calendarizzazione. Chiediamo che venga accelerato l’iter di questo disegno di legge che contiene proprio le soluzioni alle criticità che vediamo in questi giorni”.
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