Il Piemonte, ora ufficialmente zona rossa, si stava preparando da tempo al lockdown, con provvedimenti regionali, che nello specifico hanno riguardato molo da vicino la scuola.
Nelle ultime settimane, per la scuola secondaria si secondo grado, è stato un crescendo di novità che hanno mirato progressivamente alla riduzione in presenza degli allievi.
Il passaggio nelle superiori alla didattica a distanza al 100%, al posto del 50% fissato dall’ordinanza del 20 ottobre, è stato motivato con l’incremento dell’andamento dei contagi nelle scuole: dal 20 settembre al 29 ottobre sono stati riscontrati nelle scuole piemontesi 3.796 casi di studenti con positività al virus, con una crescita costante ed allarmante dai 138 casi del 14 ottobre ai 374 del 29 ottobre, rilevata per il 52% nelle superiori.
I corridoi e le aule degli edifici scolastici, solitamente, anche in tempi recenti, animati e vitali, sono ora muta testimonianza del silenzio e dell’eco suoni metallici che provengono dalle aule dove tutti gli allievi sono “dentro” la Lavagna Interattiva Multimediale, e dove il docente di turno si rivolge loro con alle spalle banchi vuoti.
Non si tratta di retorica, quanto piuttosto della presa di coscienza di un momento difficile, unico, che sta sfidando il mondo della scuola, andando probabilmente a modificare il suo assetto in modo sempre più significativo.
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