I lettori ci scrivono

La specializzazione su sostegno non si acquista: si conquista

Siamo un gruppo di docenti che scrivono in rappresentanza di coloro i quali hanno intrapreso il percorso formativo relativo alla Specializzazione per l’Attività di Sostegno didattico agli alunni con disabilità nello Stato Italiano. La maggior parte di noi risulta già inserita nelle graduatorie provinciali scolastiche (GPS), disciplinate ed introdotte dall’O.M. 60/2020 che per il biennio relativo agli anni scolastici 2020/2021 e 2021/2022 ha disciplinato “la costituzione delle graduatorie provinciali per le supplenze e delle graduatorie di istituto su posto comune e di sostegno.”

Vorremmo ad oggi mettere a conoscenza la politica e l’opinione pubblica dell’incresciosa vicenda che riguarda l’acquisizione della specializzazione su sostegno all’estero: con particolare riguardo alla Spagna e alla Romania.

Come noto, l’O.M. 60/2020 ha previsto la possibilità di inserimento degli aspiranti in possesso del titolo di accesso estero con riserva in attesa di riconoscimento a condizione che sia stata presentata dal possessore istanza di riconoscimento del suddetto titolo alla Direzione generale del Personale Scolastico. Tuttavia, successivamente, il Decreto 51 del 3 Marzo 2021 ha previsto l’impossibilità di inserimento con riserva negli elenchi aggiuntivi alle GPS I fascia, per chi – in possesso del titolo estero da luglio 2021 – è in attesa del riconoscimento dello stesso da parte del Ministero dell’Università e della Ricerca.

Pertanto, con il decreto di riconoscimento 51 del 3 Marzo 2021, solo chi ha ottenuto tale riconoscimento dal M.U.R. entro il 31 luglio 2021 può regolarmente iscriversi nelle GPS. Tutti coloro i quali hanno soltanto presentato istanza, non ancora riconosciuta, non possono essere inseriti negli elenchi aggiuntivi delle GPS di Prima Fascia Sostegno. La ratio è la seguente: la mera presentazione dell’ istanza ad hoc al Ministero dell’Istruzione non può equivalere al riconoscimento summenzionato.

In data 17 agosto 2021 il TAR Sicilia con il Decreto cautelare n. 00520/2021 – R.G. 1483/2021- (Sez. Seconda) ha INGIUSTAMENTE accolto l’istanza proposta da alcuni possessori di titolo estero che hanno ottenuto l’inserimento in prima fascia delle graduatorie provinciali a prescindere dal possesso del decreto di riconoscimentoQUINDI IN EGUAL DIRITTTO RISPETTO A CHI HA OTTENUTO IL TITOLO DI SPECIALIZZAZIONE IN ITALIA.

In Sicilia oltre 600 docenti, di cui più di 400 nella sola provincia di Palermo, sono stati inseriti con riserva nella prima fascia con specializzazione estera.

In questa delicata fase di inserimento nelle graduatorie provinciali l’equiparazione legale del titolo di specializzazione sul sostegno conseguito all’estero “troppo facilmente”, in alcuni paesi europei come la Spagna e la Romania, è davvero da ritenersi ingiusta e priva di ogni buon senso: i requisiti per ottenere tale titolo sono di fatto ben lontani da quelli previsti in Italia. Per lo Stato Italiano gli aspiranti insegnanti di sostegno devono affrontare una selezione piuttosto complessa, con pochi posti banditi da ciascuna Università e ben tre prove concorsuali (preselettiva, scritto e orale) da superare. Inoltre, l’impianto strutturale del corso prevede che lo stesso abbia una durata non inferiore ad otto mesi e includa esami universitari, tesine, progetto di tirocinio, tesi finale. Ciascun candidato deve effettuare almeno 150 ore di tirocinio nelle rispettive scuole. Infine la retta degli atenei italiani varia dai 3000 ai 4000 euro. 

Ed in cosa consiste il titolo estero? Dalle pubblicità che si rincorrono su internet, dalle dichiarazioni di chi lo ha svolto, dalle informazioni prese dagli stessi specializzati e specializzandi italiani che, increduli, hanno telefonato agli enti privati e ottenuto informazioni di prima mano si evince quanto segue:

  • Non esiste alcuna selezione per l’accesso
  • Viene conferito anche il certificato b1 della lingua del paese estero, senza svolgere esami. Dunque chi si reca in Spagna ed in Romania non conosce la lingua del luogo
  • Gli esami sono sostenuti in lingua italiana.
  • Le lezioni sono state seguite da remoto e non è chiaro quale sia il monte ore né l’organizzazione
  • Il tirocinio non viene svolto né nel paese estero, né nelle scuole italiane. Ma l’ente è pronto a rilasciare un certificato che attesti che si è svolto il tirocinio all’estero, in accordo con scuole compiacenti.
  • Si tenga presente che in Romania NON ESISTE la figura dell’insegnante di sostegno.

Pertanto, di fatto, in virtù dei principi di ragionevolezza, buon andamento e parità di trattamento non può ritenersi equivalente alla Specializzazione italiana un corso sostenuto all’estero in pochi mesi, in modalità interamente telematica, con dubbio ottenimento della certificazione linguistica del paese di riferimento, l’assenza del tirocinio diretto e la mancanza degli esami da sostenere in itinere.

Le specializzazioni per il sostegno in Spagna e in Romania costano sì fra i 5mila e i 7mila euro, ma de facto è certamente più facile pagare un istituto privato e ottenere a posteriori il riconoscimento del titolo estero in Italia, piuttosto che studiare ed impegnarsi con sacrificio e dedizione, fatica sia fisica che mentale per ottenere con merito il titolo di specializzazione nel nostro Paese.

E’ evidente che ci troviamo davanti ad una compravendita di titoli che danneggia gravemente gli specializzati e specializzandi italiani e tutti gli anni, sempre di più, stravolge la simmetria tra fabbisogno e posti banditi dagli atenei italiani. Il titolo italiano sta perdendo completamente il suo valore e questo non è accettabile.

Dal 1° settembre 2021 nelle graduatorie di prima fascia si ritroveranno insieme i docenti con titolo italiano e quelli con titolo estero “non riconosciuto” , ed entrambe le fattispecie di docenti verranno convocate INDISTINTAMENTE per i relativi incarichi senza alcun controllo sulla autenticità e sul valore dei titoli conseguiti.

In questo modo, coloro i quali hanno ottenuto la specializzazione o sono in procinto di specializzarsi nell’anno in corso presso gli atenei italiani, seguendo lezioni, svolgendo laboratori e tirocini, superando esami e tesi finale, verranno facilmente e IMMERITATAMENTE scavalcati.

Come sempre a rimetterci saranno i ragazzi e le ragazze più fragili e le loro famiglie, perché senza le giuste competenze non si realizza l’inclusione.

I lettori ci scrivono

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