Il decreto sulla spending review sembra scontentare veramente in tanti. Tra gli ultimi a protestare c’è anche Vincenzo Spadafora, Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, soprattutto perché “si è decisa l’abolizione dell’Osservatorio nazionale per l’Infanzia: un ente sostanzialmente a costo zero, dato che la contabilità è di circa 8mila euro all’anno legati ai rimborsi spese di chi vi lavora. Sono tutti volontari legati al mondo dell’associazionismo no-profit”.
Spadafora teme che il Governo abbia deciso di attuare “l’abolizione di tutta una serie di istituti senza” tuttavia cercare di “capire quali sono quelli che costano di più e quelli di meno. Così sono tagli lineari, non certo selettivi. In questi mesi più volte ci è stato ripetuto ‘Le priorità sono altre’, anche da Palazzo Chigi. Ma intanto gli ultimi studi Istat ci dicono che in Italia ci sono 1,8 milioni di bambini in condizioni di indigenza, 723mila in povertà assoluta. E un bambino povero ora, fa un adulto povero domani”.
L’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza esprime quindi “viva preoccupazione per gli effetti che deriveranno dai tagli alla spesa pubblica che stanno riguardando in questi giorni anche l’infanzia e tutto il terzo settore”.
La speranza, a questo punto, è in un emendamento alla Camera. E per farlo occorre un intervento autorevole. “Auspico per tanto, quanto prima – ha detto ancora Spadafora – un incontro con il Ministro Ferrero, che fino ad ora non ha potuto riceverci. Fino ad oggi è mancata una visione complessiva su come il Governo intende operare per assicurare servizi e assistenza. In tempi di spending review la sensazione è che avremmo potuto come Authority, e che potremmo ancora, fungere da coordinamento e da pungolo tra l’associazionismo del terzo settore, che da anni funge da incubatore di politiche necessarie in termini di welfare, e lo Stato. Perché lo Stato stesso riesce a garantire sempre meno”. E a togliere sempre di più.