La spending review e gli insegnanti specializzati

Nel mirino ci sono anche gli insegnanti di sostegno, unici in parte ad essere stati graziati dai precedenti provvedimenti governativi. Per incrementarne il numero, infatti, il MIUR sta preparando un programma per specializzare tutti. 
A farne le spese, naturalmente, saranno quegli insegnanti che nel sostegno si sono specializzati davvero e che nel sostegno lavorano da anni, da precari. Non solo la riconversione sul sostegno prevista per i docenti in esubero, ma la specializzazione di tutti, che di fatto contrasta con lo stesso progetto di riconversione. Manovre discordanti e non chiare. 
Ad essere chiara è la volontà precisa di risparmiare sui docenti di sostegno, sostituendo gli specializzati con i colleghi curricolari, i quali saranno evidentemente formati con qualche percorso breve. Il sottosegretario Rossi-Doria, tramile le pagine del Corriere della Sera, ha rassicurato sulla spending review: “La scuola ha già dato, ha già sofferto molto per i tagli orizzontali, non ce ne saranno altri”. Ha inoltre affermato che non vi saranno ulteriori tagli al sostegno ma non è stata smentita la volontà di “specializzare” tutti i docenti.
S. Intravaia invece scrive: “Nel futuro della scuola ci sono ancora tagli.(…) Dopo la cura da cavallo imposta dalla Gelmini (131 mila posti di docente e Ata in meno in tre anni) si profilano ancora tagli al personale. Il piano Giarda, sul sostegno, sembra abbracciare l’analisi fatta dalla Fondazione Agnelli, qualche mese fa, la quale in sintesi avverte che nonostante la significativa crescita degli insegnanti di sostegno (che hanno superato le 100 mila unità) il servizio non appare soddisfacente. L’idea, allora, sarebbe quella di formare tutti gli insegnanti anche sulla gestione dei soggetti portatori di handicap, presenti ormai in quasi tutte le classi”.
A quel punto gli specialisti di sostegno possono anche essere utilizzati su posto comune o per altri scopi. Ma occorre fare attenzione. L’ultimo esempio di riconversione su posto comune è quello degli specialisti di Inglese alla primaria, che gli addetti ai lavori definiscono una specie di disastro. Quello che il Governo sta chiedendo al personale della scuola, attraverso la spending review, è un prezzo troppo alto: a questo punto solo delle modifiche al testo da attuare in Parlamento possono ristabilire equità. Cosa quanto mai improbabile, dal momento che è stata già annunciato il voto di fiducia!
Come emerge anche dalle stesse scuole, la priorità delle priorità è rappresentata da interventi di sostegno alla disabilità, in quanto aumentano le esigenze in questo settore senza che vi sia un parallelo adeguamento delle risorse umane. In pratica diventerà necessario per i Comuni e le Province coprire una mancanza da parte dello Stato e questo non è giusto.
Franco Bomprezzi è giornalista e scrittore, classe 1952, che vive e lavora in sedia a rotelle. “Free lance” per scelta si dedica alla comunicazione sociale e all’informazione sulla disabilità anche attraverso il suo blog “FrancaMente”. Egli si domanda: “Le famiglie delle persone con disabilità come possono affrontare un eventuale ulteriore carico di spesa, in caso di riduzione delle agevolazioni sinora previste? Con quali risorse economiche? L’Italia sta rispettando la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità? Come si può garantire e valorizzare il percorso di istruzione e formazione delle persone con disabilità, premessa minima per costruire dei cittadini alla pari, se nel frattempo la scuola riduce tempi e numeri del sostegno, e aumenta invece il numero degli alunni per classe, mentre diminuiscono i fondi per garantire i servizi di appoggio?”.
La scuola italiana andrebbero aiutata attraverso un’offerta formativa in cui la priorità venga rappresentata dai progetti di sostegno alla disabilità. Almeno così agiva la “scuola di Atene”. Purtroppo tutti sappiamo come Sparta risolveva il problema degli handicappati.

Giovanni Sicali

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