Categorie: Politica scolastica

La spesa italiana per l’Istruzione incide sul PIL per il 4,1%. Il 4,9 % è la media in Europa

La spesa pubblica in istruzione incide sul Pil per il 4,1% a livello nazionale, valore più basso di quello medio europeo (4,9%) tanto che l’Italia occupa il quartultimo posto. La spesa pubblica per consumi finali in istruzione ha invece una incidenza del 3,6%, raggiunge il 6,0% nel Mezzogiorno – dove è più numerosa la popolazione in età scolare – e scende al 2,9% nel Centro- Nord.

Prosegue il miglioramento del livello di istruzione degli adulti.

La quota di 25-64enni che hanno conseguito al massimo la licenza media è scesa dal 51,8% del 2004 al 40,3% del 2016 ma sfiora il 50% nel Mezzogiorno (48,6%).

L’Italia risulta quartultima nella graduatoria delle persone di 25-64 anni con livello di istruzione non elevato, con una incidenza quasi doppia rispetto all’Ue28 (rispettivamente 40,1% e 23,5%, dati 2015).

 

{loadposition carta-docente}

 

Nel 2016 la quota di giovani che abbandonano precocemente gli studi è scesa al 13,8% in Italia (16,1% tra gli uomini e 11,3% tra le donne), superando l’obiettivo nazionale del 16% fissato dalla Strategia Europa 2020.

L’Italia occupa il quartultimo posto nella graduatoria europea (14,7% contro una media Ue28 dell’11,0% nel 2015), solo Romania, Malta e Spagna registrano percentuali più elevate. 5 Sono oltre 2,2 milioni (24,3% della relativa popolazione) i giovani di 15-29 anni che nel 2016 non sono inseriti in un percorso scolastico e/o formativo e non sono impegnati in un’attività lavorativa, in leggero calo per il secondo anno consecutivo.

L’incidenza, scrive pressreader.com,  è più elevata tra le donne e nel Mezzogiorno. Nel confronto europeo l’Italia si attesta al primo posto, con la quota più elevata (dati 2015). Il 26,2% dei 30-34enni ha conseguito un titolo di studio universitario nel 2016, valore in linea con quanto stabilito dalla stessa Strategia europea come obiettivo per l’Italia, ma lontano dal 40% fissato per la media europea. In Europa il nostro Paese continua a ricoprire l’ultima posizione (25,3% contro 38,7% della media Ue28, dati 2015). L’apprendimento permanente durante l’arco della vita, fattore decisivo per l’integrazione nel mercato del lavoro, interessa nel 2016 l’8,3% degli italiani tra i 25 e i 64 anni, valore in aumento ma ancora sotto la media europea (10,7% nei dati 2015).

Pasquale Almirante

Articoli recenti

Eduscopio 2024, quali scuole superiori preparano al meglio all’Università e al mondo del lavoro? Il 21 novembre gli esiti

Le scuole secondarie di secondo grado preparano adeguatamente agli studi universitari o al lavoro dopo…

15/11/2024

Studente si sente male in palestra, lo salva la prof di educazione motoria: “Per fortuna abbiamo infarinatura di primo soccorso”

Una storia che poteva finire molto peggio. Uno studente di tredici anni è stato colto…

15/11/2024

Spari salve contro “i cattivi” in un asilo, bimbi in lacrime: genitori inferociti dopo la dimostrazione della Polizia Municipale

Un fatto molto particolare quello che è successo in una scuola dell'infanzia di Palermo. Come…

15/11/2024

Lavoretti di Natale in classe: cartolina magica con Babbo Natale

In collaborazione con Maestrainbluejeans, creiamo una cartolina speciale con Babbo Natale! Un lavoretto divertente e…

15/11/2024

Nuove posizioni economiche personale ATA: requisiti, domanda e procedura prevista per l’attribuzione

Con il decreto 140 del 2024, in riscontro a quanto previsto dall’art. 52 del CCNL…

15/11/2024

Gli studenti alle forze politiche e sociali: il 15 scendete in piazza con noi

La Rete degli studenti medi e dell’Unione degli studenti dalla Redazione di Scomodo, hanno lanciato…

15/11/2024