Nel quartiere popoloso di San Fermo, a Varese, dal 2015 ha preso vita un progetto scolastico all’avanguardia, all’istituto statale IV Novembre.
L’idea, come scrive La Stampa, è quella di organizzare un calendario da 40 ore settimanali: niente lezioni frontali, ma tanti laboratori di manualità, soprattutto nel pomeriggio ed escursioni alla scoperta del territorio.
Si chiama didattica attiva e attinge dalle pratiche dell’ultimo secolo: dal modello finlandese fino ai principi ispiratori della Montessori. Dicono addio insomma a compiti in classe, pagelle e alle liturgie di lezioni-merenda-lezioni con l’aiuto del solo sussidiario.
Mente del progetto, la maestra Rosaria Violi
“Abbiamo bambini contenti di frequentare – spiega Violi – perché accogliamo domande e curiosità dopo che li abbiamo portati a conoscere l’orto, i boschi qui intorno, gli animali delle aziende agricole o a prendersi cura della terra. Così conoscono gli alberi e i fiori, osservano i cambiamenti delle stagioni e scoprono il mondo in cui vivono”.
L’entusiasmo e la fatica degli insegnanti sono supportati dall’impegno dei genitori che hanno messo in campo le proprie risorse (anche economiche) per preparare gli spazi: dagli arredi delle aule che hanno tavoli di lavoro e non banchi singoli, fino all’orto di 400 metri quadri concesso dal Comune di Varese nel parco del quartiere.
A questo si aggiunge l’onlus Radici ha messo a disposizione le sue competenze in materia agricola. Coinvolta anche la municipalizzata comunale e una fattoria. Infine l’associazione di donne locali che fornisce lo scuolabus per gli spostamenti dei bambini.
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