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La storia del piccolo Cisse e la tragedia dei migranti

Sono trascorsi sei anni dalla storia del piccolo Cisse, un bambino ivoriano di 5 anni, sbarcato da solo, il 15 luglio 2017, al porto di Corigliano, attraverso una nave militare tedesca colma di migranti.

Cisse e la sua mamma partono da un povero e lontano Paese dell’Africa, la Costa D’Avorio, per ritrovare il padre in Francia. Ma durante il viaggio della speranza, la donna venne arrestata, sulle coste della Libia, perché non aveva abbastanza soldi da dare agli scafisti, dunque affidò il suo piccolo ad un compagno di viaggio.

Durante l’attraversata il tempo cambiò ed il mare iniziò ad agitarsi e quando sembrava che il destino li avesse abbandonati ad una sorte terribile, Cisse e gli altri migranti furono recuperati in mare da Save The Children.

Questa storia che rappresenta anche un inno alla vita e alla speranza ,ce la racconta Franco Corbelli, leader del Movimento Diritti Civili, affrontando il tema dell’immigrazione attraverso il suo romanzo, “La favola del piccolo Cisse”, in cui le immagini e i fatti riescono ad arrivare al cuore di tutti, bambini e adulti.

Grazie alla continua battaglia promossa dal Movimento Diritti Civili e alla collaborazione di altri soggetti istituzionali (come la Prefettura e la Questura di Cosenza e il comune di Corigliano) e di una Ong, Cisse ha ritrovato il papà e in seguito anche la mamma è stata rintracciata e liberata.

Sono tante le storie di questi migranti che sfidando la morte e compiendo imprese impossibili sono riusciti, in alcuni casi, ad avverare il loro sogno di approdare in un mondo nuovo alla ricerca di una vita dignitosa, mentre altri purtroppo non ce l’hanno fatta.

L’ultimo dato reso noto nei giorni scorsi è impressionante e dà l’idea della grande, immane tragedia: dall’inizio dell’anno sono morti annegati nel Mediterraneo oltre 280 bambini. E’ la conferma, purtroppo di come dietro la storia di ogni migrante che sale su un barcone mettendo a rischio la propria vita e anche quella dei suoi familiari, tra cui bambini come Cisse, c’è sempre un dramma umano.

Il piccolo ivoriano ce l’ha fatta, tanti altri piccoli migranti purtroppo sono stati più sfortunati e hanno perso la vita. Sperando che tutte le autorità competenti dei vari Paesi facciano qualcosa di concreto, ogni sforzo possibile, per evitare queste tragedie, a tutti questi poveri, infelici bambini, morti nei naufragi, va oggi il mio commosso pensiero.

Emma Ludovica Corbelli

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