I lettori ci scrivono

La storia della Scuola che credeva di “esser scuola che invece era un calesse”

C’era una volta la scuola ante 1998; il preside, preposto a dirigere scuole secondarie di primo o secondo grado, e il direttore didattico, posto al vertice delle scuole primarie.

C’erano una volta le classi ed il maestro unico, responsabile delle stesse e della didattica.

C’era la scuola della Costituzione, che riconosceva  il diritto al rispetto della persona di ogni essere umano, chiunque esso fosse, pari dignità sociale, civile e giuridica a tutti i cittadini e le cittadine senza distinzione di sesso, razza, lingua,  religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali; il diritto ad essere sostenuti nel cammino verso il pieno sviluppo della persona umana.

Seguirono le leggi sull’autonomia scolastica D.lgs 59/1997 e l’attribuzione della qualifica dirigenziale, con le   due figure accorpate in quella unica dell’attuale dirigente scolastico.

Venne il tempo della globalizzazione, dell’omologazione di massa, del pensiero unico televisivo, del patrocinio dell’economia e del consumismo, dello strapotere dei mercati indiani e cinesi, dell’immondizia e degli ingegneri ambientali impegnati a trovare soluzioni per salvare il mondo. Venne L’ Europa e Donald Trump, venne l’oggi.

Venne la L.62/2000, le classi pollaio, la divisione delle classi, la Spending review.  Venne la buona scuola, il potenziamento, i poteri accentrati sulle figure dirigenziali. Vennero i docenti di ruolo precari, la rete di scuole. Nacque l’industria scolastica dei bambini, dei figli di tutti o forse di nessuno. Bambini deprivati del loro sacrosanto diritto ad avere un insegnante che potesse conoscere e rispettare i loro sentimenti, le emozioni, l’espressione libera di di sé, l’affettività.

I bambini in fondo non hanno bisogno di amore, di essere compresi, ma di assistenzialismo, della necessità di rispondere al patrocinio indiscusso dell’economia e del potere. Di essere trattenuti in un luogo, quando le famiglie lavorano o sono assenti.

Venne il momento in cui la didattica lasciò il passo al PDM, Al NIV, al RAV e per concludere al PTOF.

Venne il momento in cui la popolazione partecipò al gioco senza opporsi; in fondo l’allegria, l’energia, l’entusiasmo disturbano, il silenzio è necessario. Venne il giorno in cui la scuola offrì questo. Il nulla costruito sulla corsa, l’organizzazione perfetta di una catena di montaggio. E l’uomo divenne macchina e la macchina non pensò fece, fece e fece bene. Ordinatamente!

Riccardina Sgaramella

I lettori ci scrivono

Articoli recenti

Posizioni economiche ATA, aumenti corrisposti nella rata di luglio insieme agli arretrati: avviso NoiPA

A partire dal mese di luglio, NoiPA ha applicato sul cedolino mensile del personale ATA…

17/07/2024

Dimensionamento scolastico, una sintesi degli adempimenti amministratvo-contabili

L'USR Sardegna ha proposto, con nota del 16 luglio 2024, un'utile sintesi degli adempimenti amministrativo-contabili…

17/07/2024

Martina Franca, matrimonio tra docenti, ma la sposa si è inventata tutto. Ecco la reazione del collega

Quella che sembra una favola amara, resa ancora più incredibile dal caldo torrido pugliese, è…

17/07/2024

Valutazione dirigenti scolastici, le novità del Dl sport e scuola

Il DL 71/2024, decreto recante disposizioni urgenti in materia di sport, di sostegno didattico agli alunni…

17/07/2024

Sostegno Indire e le novità del decreto Sport e Scuola, la Camera ha dato il via libera definitivo

Via libera definitivo dell'Aula della Camera al decreto Sport e Scuola, il DL 71/2024 con…

17/07/2024

Posizioni economiche ATA, i beneficiari saranno circa 50 mila: procedure al via settembre

Il 12 luglio scorso il Ministero ha dato notizia dlel'avvenuta firma del decreto che disciplina…

17/07/2024