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La Storia di Willy Monteiro Duarte diventa un corto animato per essere un potente strumento educativo

La tragica storia di Willy Monteiro Duarte, il giovane ucciso quattro anni fa a Colleferro, rivive in una nuova luce grazie all’impegno creativo degli studenti della Side Academy di Verona. L’accademia, rinomata per l’insegnamento dell’arte digitale nel settore cinematografico, ha realizzato un cortometraggio animato in 3D che immagina un finale diverso per Willy, un finale in cui i conflitti si risolvono pacificamente e la diversità viene celebrata come un valore. Il corto, intitolato “Willy – Different is good”, verrà presentato in anteprima il 31 agosto alla Mostra del Cinema di Venezia, con Milena Monteiro, sorella di Willy, invitata come ospite d’onore.

La Side Academy ha impiegato oltre centomila ore di lavoro distribuite su tre anni per creare questo progetto, che combina tecnologia avanzata e narrazione emotiva. “Abbiamo usato la tecnologia dei videogiochi per creare un universo parallelo con un piccolo alieno”, spiega al Corriere della Sera Stefano Siganakis, fondatore della scuola, sottolineando l’intento di trasmettere ai giovani un messaggio potente: la diversità è un valore da proteggere e valorizzare.

Siganakis spera che il cortometraggio raggiunga un vasto pubblico, trasmettendo valori culturali fondamentali oltre che un’elevata qualità estetica e tecnologica. “Willy – Different is good” non è solo un’opera d’animazione, ma un potente strumento educativo che mostra come le differenze possano contribuire all’evoluzione della società, piuttosto che alimentare conflitti.

L’omaggio a Willy

Willy Monteiro Duarte, ventunenne cuoco di origine capoverdiana, perse la vita il 6 settembre 2020, mentre difendeva un amico aggredito da bulli. La violenza brutale che lo ha ucciso scosse profondamente l’Italia, tanto da spingere il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a conferirgli postumo la Medaglia d’Oro al Valor Civile. I fratelli Gabriele e Marco Bianchi, responsabili del suo omicidio, sono stati condannati per questo crimine, in un processo che ha visto l’aggravarsi delle loro pene con la rimozione delle attenuanti.

Redazione

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