La nuova filosofia che impone la permanenza nella Regione dove si è stipulato il contratto a tempo indeterminato, non risparmia i dirigenti scolastici: nel bando di concorso dei 2.386 posti
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La stretta non risparmia i presidi neo assunti: “bloccati” per 6 anni
complessivi, pubblicato tempestivamente da questa testata, è presente una norma che prevede l’obbligo nei confronti dei prossimi vincitori di concorso di non lasciare per almeno sei anni la Regione dove sono state svolte le prove e dove si è fatto anche l’anno di prova. “I dirigenti assunti in servizio – si legge nel comma 3 dell’art. 19 del bando – sono soggetti al periodo di prova disciplinato dal Contratto Collettivo Nazionale di cui al comma 1 e sono tenuti alla permanenza in servizio nell’ambito regionale per un periodo di 6 anni”.
La norma non è di poco conto. Se non altro perché non era presente, nemmeno con un periodo inferiore, né nel bando del 2004 (che tra i requisiti di accesso richiedeva almeno 7 anni di servizio ruolo, anziché gli attuali 5) né in quello del 2006, riservato a coloro che avevano svolto almeno per un anno la funzione di vice-preside o collaboratore del capo d’Istituto.
La linea intrapresa da viale Trastevere non è, invece, molto distante da quella assunta di recente per i docenti neo-assunti, che già a partire da settembre rimarranno fermi nella Regione dove hanno firmato l’immissione in ruolo per cinque anni, non potendo nemmeno chiedere l’utilizzazione o l’assegnazione provvisoria (tranne che per gravi motivi certificati, personali e di assistenza esclusiva): la motivazione, nel caso dei docenti, è quella di salvaguardare la didattica, ma poiché per loro sarà comunque possibile spostarsi a livello provinciale (già dopo l’anno di prova), è verosimile pensare che la disposizione sia stata introdotta principalmente per scoraggiare gli spostamenti da una Regione all’altra (in particolare da quelle del Sud verso le province che vanno da Roma in su).
A quanto sembra, tuttavia, gli aspiranti docenti non si sarebbero fatti scoraggiare da questa novità: gli spostamenti di graduatorie dal meridione ci sono stati ed anche maggiori rispetto al passato. Per molti candidati a coprire la poltrona da dirigente, però, il discorso potrebbe essere diverso: soprattutto perché se si eccettua la Lombardia, dove la fetta di posti da destinare ai vincitori di concorso è pari a ben 355 posti, molte dirigenze (derivanti dall’alto numero di posti vacanti o in reggenza) andranno a sorpresa alle Regioni del Sud. Ben 236 sono riservate alla Puglia, appena una di meno, quindi 235, in Sicilia. E non solo: 224 sono i posti che il Miur ha messo a concorso per collocare i vincitori negli istituti della Campania. Seguono Lazio (215) e poi man mano le altre Regioni. Con quelle sopra il Po collocate prevalentemente attorno a quota 100 posti. Una curiosità: le Regioni con meno presidi da assumere saranno il Molise (appena 16 posti) e l’Umbria con 35.