La grave mancanza nel “decreto sostegni bis” è il non aver istituito alcun percorso abilitante alla professione di docente, oltre ad aver escluso, dalle procedure di reclutamento per la stabilizzazione, la quasi totalità dei docenti precari che non è abilitata perché non gli stata data la possibilità di abilitarsi. Infatti, i percorsi abilitanti, formativi e selettivi, in Italia non si tengono dal lontano 2014, a differenza del resto d’Europa in cui si applica un sistema di reclutamento ben consolidato a regime con formazione in itinere, mentre in Italia c’è l’ossessione per il concorso ritenendo che senza quello non si valuterebbe il merito… Che sciocchezza!
Le competenze pedagogiche si acquisiscono con l’esperienza sul campo, motivo per cui è fondamentale la formazione tramite percorsi abilitanti, non si può valutare il merito con prove retrograde, lotterie a crocette, che valutano proprio nulla.
Purtroppo, il “decreto sostegni bis” va in direzione opposta a quanto scritto sopra, perché si consente di conseguire facilmente l’abilitazione tramite concorso ordinario semplificato senza alcun percorso formativo.
Il nocciolo della questione è che se uno deve ritenersi abilitato tramite un quiz, magari indovinando le crocette al posto giusto, tanto vale eliminare l’abilitazione perché viene meno il motivo alla base del concetto di abilitazione all’esercizio della professione che deve essere connessa ad un percorso formativo, come richiesto dall’Europa: si fa un percorso formativo, durante il quale si acquisiscono le conoscenze e le competenze, si fa una prova di verifica delle conoscenze e competenze acquisite, superata la verifica si è abilitati.
Michele Molisso
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