“Penso che per i giovani italiani ci siano grandi opportunità in Svezia, ci servono moltissimi ingegneri civili, ma soprattutto lavoratori nel settore minerario, dopo la riapertura di molte miniere dopo l’aumento dei prezzi dei prodotti ferrosi”.
“Per la nostra economia è importante riuscire ad attrarre una forza lavoro qualificata, abbiamo carenze di manodopera in alcune aree e quindi siamo molto aperti verso i lavoratori stranieri. Non a caso dal primo gennaio 2009 abbiamo la legislazione sull’immigrazione dei lavoratori più liberale al mondo”.
“Non bisogna chiudere gli occhi davanti a questo problema, ma dobbiamo anche vedere questa presenza come un’opportunità”.
“Si tratta di persone che possono fornire alle aziende svedesi indicazioni su come gestire l’export, hanno conoscenza dei mercati, conoscono la lingua, hanno una rete di contatti. Prendiamo gli immigrati iracheni, in Svezia ce ne sono circa 170 mila: dopo che il mio dicastero ha varato nel 2007 il programma ‘Kosmopolit’ e il nostro export verso quel paese è cresciuto notevolmente”.
Peraltro, aggiunge le Bjorling, “ci sono studi scientifici che mostrano come la crescita di 12 mila persone nate all’estero porti ad un aumento delle esportazioni fino a 7 miliardi di corone” (circa 780 milioni di euro).
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