Le dichiarazioni del Presidente Renzi – nel corso del seminario sulla #buona scuola, che si è svolto sabato scorso nella sede nazionale del Pd – e quelle del ministro Giannini – durante la presentazione dei dati della consultazione sulla Buona Scuola al ministero martedì pomeriggio – mostrano che sulla questione del riconoscimento professionale degli insegnati siamo di fronte ad una svolta positiva.
L’idea degli scatti di merito da assegnare ad una quota percentuale prestabilita sulla base di una raccolta punti – sottolinea il segretario generale della Uil scuola, Massimo Di Menna – che è stata giustamente considerata dagli insegnanti come offensiva, non c’è più. Di questo siamo soddisfatti.
Siamo stati ascoltati sia attraverso la raccolta firme, sia attraverso i giudizi espressi nelle assemblee.
Noi Uil – aggiunge Di Menna – l’avevamo detto in modo diretto al ministro durante l’incontro avuto nelle settimane scorse, chiedendo esplicitamente da dove fosse mai partita questa idea.
Ora rimane tutta aperta la questione di come riconoscere l’impegno professionale degli insegnanti e come prevedere opportunità di carriera che da una parte riconoscano l’attività didattica con gli alunni e dall’altra realizzino nelle scuole, modalità di sostegno alle innovazioni, di partecipazione ai processi di valutazione, alla formazione iniziale in servizio, considerando che ci sono tante professionalità, tante esperienze di alta qualità.
Il Governo – continua Di Menna – eviti di far riscrivere una nuova proposta a un gruppo di presunti esperti che non hanno esperienza dell’attività di insegnamento nelle scuole e favorisca, come si è impegnato a fare il Presidente del Consiglio, il coinvolgimento di chi ogni giorno si impegna nel proprio lavoro a scuola e prenda subito due decisioni necessarie:
– Investimenti finanziari che avvicinino il rapporto tra la spesa pubblica italiana e la spesa per l’istruzione al livello degli altri Paesi europei. Tali risorse servono per rinnovare il contratto e valorizzare le professionalità.
– Avvii un confronto con i sindacati su quelle parti che attengono al rapporto di lavoro, dalla progressione economica ad una specifica carriera, all’organizzazione del lavoro.
Il Governo deve assolutamente rivedere quella parte del Piano che prevede il blocco delle retribuzioni per tutti fino al 2019.
Come Uil Scuola continuiamo a sostenere questa necessità e siamo impegnati ad individuare un dialogo proficuo che porti ad un contratto veramente innovativo per un settore davvero delicato e importante.