Ormai è ufficiale: Cgil-Flc sta abbandonando la posizione abrogazionista “senza se e senza ma” per imboccare una strada più realista e tutto sommato più coerente con il programma ufficiale dell’Unione.
La “svolta” sta tutta in un importante documento politico (3 paginette soltanto, ma particolarmente dense e significative) licenziato nelle ultime ore dalla Segreteria nazionale, che contiene una sorta di “piattaforma rivendicativa” che il sindacato di Enrico Panini presenta alla nuova maggioranza politica.
L’unico caso in cui si parla esplicitamente di abrogazione è quello della scuola dell’infanzia e di quella primaria.
Ma la formulazione è piuttosto generica e francamente non del tutto chiara: “il capitolo va aperto rapidamente, con la necessità di abrogare e al tempo stesso sostituire le norme venute meno, dando così una risposta positiva ai diritti delle bambine e dei bambini e rispondendo all’attesa di cambiamento, frutto dell’ampia mobilitazione di docenti e genitori, valorizzando la centralità ed eccellenza della scuola dell’infanzia e primaria nella nostra tradizione formativa”.
E’ probabile che questa formulazione sottintenda la richiesta di abrogazione della norma sull’orario nella scuola primaria (27 ore obbligatorie + 3 opzionali + 10 per mensa e dopo-mensa) e il ripristino del tempo pieno previsto dal Testo Unico del 1994, ma in realtà questa operazione non garantisce affatto che le richieste di tempo pieno avanzate dalle famiglie possano essere accolte completamente: per ottenere questo risultato non basta abrogare il decreto legislativo 59 voluto dalla Moratti ma è indispensabile cancellare le norme contenute in leggi finanziarie antecedenti l’anno 2000.
Per quanto concerne la secondaria superiore, Cgil-Flc chiede invece “un Decreto immediato che sospenda l’applicazione del Decreto legislativo n.° 226/05, che porterebbe le scuole a settembre, nella costruzione dell’offerta formativa per l’a.s. 2007-2008, ad adottare il modello duale morattiano, che divide precocemente gli adolescenti, con effetti a quel punto irreversibili sulle iscrizioni del prossimo gennaio”.
C’è poi la richiesta di fissare subito l’obbligo scolastico a 16 anni: si tratta, sotiene il sindacato di Panini, di un “segnale urgente che la scuola attende per un’inversione di tendenza visibile”.
(Non va dimenticato, però, che solo pochi mesi fa il Congresso nazionale di Cgil-Flc aveva indicato nell’obbligo scolastico a 18 anni un obiettivo del tutto imprescindibile e prioritario)
A proposito del problema del precariato secondo Cgil-Flc “nel breve termine occorre un’operazione straordinaria di reclutamento e di immissione nei ruoli”; si tratta di una scelta obbligata, “pena un irreparabile impoverimento delle strutture pubbliche”.
E’ comunque probabile che nelle prossime settimane il sindacato di Panini dovrà precisare ulteriormente la propria posizione se non altro per chiarire come si concilino le richieste avanzate al nuovo Governo dalla Segreteria nazionale con il sostegno alla legge di iniziativa popolare che prevede obbligo scolastico dai 5 ai 18 anni di età, classi con non più di 22 alunni, aumento dei posti di sostegno per l’handicap, cancellazione della dirigenza scolastica e della contrattazione di istituto.