Sicuramente l’adozione del registro elettronico, rientrante nel “piano per la dematerializzazione delle procedure amministrative in materia di istruzione, università e ricerca e dei rapporti con le comunità dei docenti, del personale, studenti e famiglie”, per quanto si possano individuare delle criticità, consente alle famiglie di vedere online il quadro complessivo dei voti, di controllare le assenze, le note, i ritardi.
Pertanto, i genitori dei ragazzi, che vi accedono con password, sanno in diretta (e mi sembra un loro sacrosanto diritto), in tempo reale, se il figlio sia a scuola o meno, quale voto abbia preso, in quale materia, la media, le note disciplinari, gli esiti intermedi e finali. D’altra parte, in assenza della tecnologia, poteva capitare in passato anche, in forma invece più discutibile ed arbitraria, l’inserimento nel registro cartaceo, di un voto “misterioso” non sempre esplicitato o spiegato al ragazzo. Ecco allora poi le sorprese di fine quadrimestre e “l’inconsapevolezza” di mamma e papà, che poi scatenavano epiche discussioni, d’altri tempi…
Che c’è di male allora nell’utilizzo del registro elettronico, vissuto e interpretato nell’immaginario collettivo come uno strumento freddo, asettico? Mina la fiducia tra alunni e docenti, o tra genitori e figli? E per quale motivo?
Solo perchè lo studente si sente ora maggiormente sorvegliato-spiato, o forse perchè non può più infrangere facilmente le regole senza conseguenze (qualora ve ne fossero), o bigiare serenamente, andare a spasso, per qualche ora o per l’intera mattinata, magari rifugiandosi al bar o altrove, come qualche decennio fa? O solo perchè deve subire, in caso di “prestazioni” scolastiche insufficienti, nell’immediato “indifferibile”, la ramanzina dei genitori, che lo solleciteranno ad un atteggiamento più responsabile? D’altra parte è meglio per tutti accorgersi subito che qualcosa non stia andando per il verso giusto, per arginare situazioni di “pericolo”, affinchè non sia poi irrimediabilmente troppo tardi…
Tuttavia, soprattutto la vita dell’alunno svogliato o studio-resistente si è fatta più dura! E’ anche vero, però, che qualche genitore accomodante o “spalleggiante”, magari sia disposto a chiudere un occhio se non due, quando la vista della tecnologia, invece, per definizione meno difettosa, non lo permetta.
C’è chi sostiene che, da quando si utilizzi il registro elettronico, i genitori non si facciano più vedere ai colloqui con i docenti o alle riunioni. Può valere per alcuni, ma sono tanti coloro, invece, che partecipano ai colloqui individuali e generali, anche solo per conoscersi e “guardarsi negli occhi” (come qualche genitore ha osservato), per meglio capire l’andamento didattico-disciplinare del proprio figlio, per promuovere rapporti efficaci e costruttivi, insomma per agevolare quella relazione educativa, che si esalta nell’incontro, nella condivisione, nel confronto e nello scambio proficui.
La tecnologia e nella fattispecie il registro elettronico, quindi, non sostituisce la priorità della relazione umana, ma può costituire un supporto di efficienza, un aiuto, uno strumento integrativo o parallelo, finalizzato a potenziare, a migliorare, a rendere più trasparente la comunicazione tra scuola-famiglia.
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