Considerando un’astronave che parta dalla Terra nell’anno 3000; che mantenendo una velocità costante v raggiunga la stella Wolf 359, distante 8 anni luce dal nostro pianeta; e che appena arrivata, inverta la rotta e ritorni sulla Terra, sempre a velocità v. Di una coppia di fratelli gemelli, l’uno salga sull’astronave, mentre l’altro rimanga a Terra. Osservando il viaggio dell’astronave dalla Terra si nota che la velocità dell’ astronave è circa l’80% della velocità della luce e si evince che, secondo la teoria della relatività ristretta, nel sistema in movimento, cioè nell’astronave, il tempo scorre al 60% del tempo nel sistema in quiete. In buona sostanza mentre sulla terra, durante il viaggio di questa navicella, sono passati 20 anni, nell’astronave il calendario segna il 3012, cioè otto anni in meno rispetto al contemporaneo 3020 terrestre.
Il gemello rimasto sulla Terra è perciò, dopo il viaggio, di otto anni più vecchio dell’altro gemello viaggiante. La cosa particolare di questa teoria è quella che se invertiamo il sistema di riferimento ed osserviamo il viaggio dall’interno dell’astronave, a causa delle contrazioni relativistiche delle lunghezze, questa volta è il tempo della Terra a scorrere al 60% del tempo dell’astronave, quindi quando l’astronave ritorna sulla Terra il calendario dell’astronave segna sempre il 3012 mentre sulla Terra siamo all’anno 3007. Adesso è il gemello dell’astronave ad essere più anziano di 5 anni, rispetto al gemello rimasto in Terra. Dove sta il nesso di tutto questo con la scuola?
Consideriamo due DS gemelli: uno rimane i Terra attuando una politica dirigenziale democratica, rispettando la normativa del contratto collettivo nazionale di lavoro, rispettando la libertà d’insegnamento dei docenti, l’altro lo mandiamo nell’astronave “150” dell’autocrazia dove le lancette democratiche del rispetto del CCNL e della libertà d’insegnamento si riducono del 60% rispetto a quelle della Terra, quando l’astronave dell’autocrazia tornerà sulla Terra, mentre il gemello terrestre avrà fatto germogliare una scuola di tipo inclusiva, accogliente, dove il personale riesce a lavorare con serenità e anche con piacere, l’altro gemello ha distrutto il nocciolo fondante della scuola pubblica che si basa su una dialettica democratica e partecipativa dove le diverse professionalità si confrontano e concorrono unitariamente a progettare e ad attuare una proposta educativa di alta qualità. Il viaggio del DS sull’ ”astronave 150” dell’autocrazia o dell’autonomia sfrenata disconosce il ruolo degli organi collegiali, il ruolo democratico delle Rsu, ma dimostra anche una forte e preoccupante “incapacità di ascolto” delle istanze individuali, nel rispetto delle norme contrattuali e dei ruoli, con un pesante deterioramento dei rapporti interpersonali.
Bisognerebbe tornare tutti con i piedi ben piantati per terra e finirla di fare “voli pindarici” complicati e distruttivi per tutti e rispettare con molta semplicità, senza ricorrere a relativismi pericolosi e complessi, le norme e le regole contrattuali vigenti, aprendosi sempre al confronto leale e corretto tra le varie componenti che fanno la scuola. Tutto questo dovrebbe essere fatto per il bene della scuola e dei nostri giovani studenti.
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