Pubblichiamo l’intervento del Sindacato Generale di Base che si esprime in merito alle vicende della mobilità scuola.
“Utilizzare i docenti, sprovvisti di specializzazione, su posti di sostegno non può essere la soluzione agli effetti assurdi del contratto sulla mobilità.
Si tratta semplicemente di togliere il lavoro ad una parte dei docenti precari per fingere di tutelare altri colleghi nella perenne ottica di “guerra tra poveri”.
Più che di algoritmi si tratta di veri e propri rompicapi per cercare di rattoppare alla men peggio la situazione di incertezza totale in cui si è scelto di far iniziare il nuovo anno scolastico.
Gli insegnanti di sostegno che lavorano da anni nelle scuole italiane sanno che aver scelto un certo percorso di studi li avrebbe portati a svolgere un ruolo diverso da quello dei colleghi che insegnano su posto comune, nella specificità di un intervento per il quale, nonostante corsi su corsi non si è mai abbastanza preparati. Un ruolo per certi versi più difficile e da molti schivato per l’elevata complessità dei casi e per il quale oltre ad un’adeguata preparazione è necessaria soprattutto un’assunzione di responsabilità specifica.
Proprio in Sicilia, dove la deportazione al Nord è stata tra le più intense, è stato siglato un contratto regionale da CGIL, CISL, UIL, SNALS E GILDA, che per “risolvere” il danno generato dalla mobilità, prevede l’assegnazione di migliaia di cattedre di sostegno a docenti “deportati” in altre regioni, non aventi il titolo di specializzazione adeguato.
Consideriamo che molti di questi posti sono quelli che, venivano assegnati ai precari, anche senza specializzazione, dopo l’esaurimento delle graduatorie e che, con questo escamotage, sono attribuiti ai docenti assunti in fase B e C, ma di fatto sottratti a precari che non lavoreranno.
Inoltre viene sancito da un accordo la volontà di usare sul sostegno personale non formato, sminuendo pericolosamente il valore della specializzazione e fornendo argomenti a quanti vorrebbero eliminare questa figura. L’insegnamento di sostegno diventa il finto ammortizzatore sociale dei tagli agli organici. Per il momento, la precedenza sul sostegno spetta ancora agli specializzati ma già si avanzano proposte di avvio dei c.d. “corsi di riconversione” o “Pas” e simili che andrebbero a vanificare tutto il sacrificio di chi si è abilitato sul sostegno.
Il compito del sindacato è certo quello di difendere i lavoratori, ma per farlo non servono rattoppi, ma una vera e propria determinazione a pretendere quello che ci è stato tolto, altrimenti si è complici di un sistema che svaluta gli insegnanti e la scuola pubblica e che penalizza una categoria debole -i cui diritti ad avere un’educazione ed un istruzione specializzata, ricordiamolo, sono sanciti dalla legge-quadro 104/92- propinandogli un docente di sostegno “improvvisato”, per non essere mandato a lavorare a centinaia di chilometri dal luogo dove avrebbe diritto a svolgere il proprio lavoro.
Un sindacato SERIO si mobiliterebbe per pretendere posti in più sui quali inserire i docenti vittime del contratto sulla mobilità. La soluzione NON E’ quella dei sindacati complici di cogestire l’applicazione della 107, scegliendo quale pezzo di lavoratori tutelare rispetto ad altri, col chiaro obiettivo di tentare di spegnere le proteste.
Ci rivolgiamo a tutti comitati e sindacati che si battono per i diritti dei lavoratori e la difesa della scuola pubblica: il movimento sindacale è una cosa seria, non si possono rivendicare più posti per i precari quando si è precari e meno posti per i precari quando si e’ diventati di ruolo”.