La televisione non è solo un oggetto che fa parte dell’arredamento, ma ha anche un ruolo nell’educazione dei bambini che trascorrono molte ore con gli occhi puntati sullo schermo. Una ricerca precedente canadese vedeva nella tv un pericolo per il rischio dell’obesità, le ore passate a guardare la televisione farebbero della staticità non solo un problema fisico ma “minano anche il rendimento scolastico”, scrive la Bild. Ai dati appena elencati si deve aggiungere un nuovo studio che arriva dalla Nuova Zelanda.
Questi studi sono pubblicati dal quotidiano la Stampa, che continua: “Un consumo eccessivo di televisione sviluppa personalità aggressive e socialmente problematiche” rivela lo studio condotto dall’università di Otago e pubblicato sulla rivista “Pediatrics“. Quel che preoccupa dalle informazioni ottenute dai ricercatori è che la tv che i bambini guardano oggi, potrebbe “sviluppare nel loro futuro personalità criminali”.
Nella prima parte dello studio, spiega la Bild, si è tenuto conto di un migliaio di bambini dai cinque anni per arrivare fino a giovani di quindici, il risultato? Chi ha guardato molto la tv durante l’infanzia ha sviluppato manifestazioni aggressive, personalità asociali e tendenzialmente criminali. Il co-autore della ricerca Bob Hancox spiega: “Non intendiamo dire che guardare la televisione crei per forza un comportamento antisociale, l’obiettivo della ricerca è far comprendere che limitare l’utilizzo della televisione può aiutare a ridurre i comportamenti antisociali nella società”. Il dottor Christian Laue dell’Istituto di Criminologia presso l’università di Heidelberg è molto critico nei confronti dei risultati e spiega: “La criminologia non è una scienza come la Fisica dove ci sono delle leggi. Le relazioni che si possono riscontrare possono essere anche casuali e non può essere promosso un nesso tra attività criminale e uso eccessivo dei media” e ancora “Al massimo possiamo parlare di fattori di rischio che favoriscono la criminalità e di fattori protettivi che la inibiscono”.
La Bild insiste e spiega che “Statisticamente ci sono una serie di combinazioni di diversi fattori che possono determinare un comportamento criminale come il grado di istruzione o la disgregazione del nucleo familiare e, per questo, l’abuso del consumo dei media può rappresentare un comportamento a rischio”. Il dottor Laue ha aggiunto: “Se i genitori controllano le abitudini mediatiche dei bambini e iniziano ad avere l’abitudine di discutere di quanto passa in televisione, si attuerebbe un fattore protettivo”. Insomma, si raccomanda di somministrare con cautela la tv ai bambini perché non basta considerare un fattore di tempo come il pensare “due ore al giorno vanno bene” ma occorre controllare quel che si dà in pasto ai propri figli.