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La Uil chiede di stoppare i dirigenti dai provvedimenti disciplinari “facili”

Il messaggio è per tutti quei dirigenti scolastici, sembra nemmeno pochi, che hanno già applicato il decreto leg.vo n. 150/09, voluto dal ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione, Renato Brunetta per riformare la disciplina del rapporto di lavoro dei dipendenti pubblici: adottare procedimenti disciplinari “diretti” nei confronti dei docenti, senza più consultare organi superiori – come l’Usp, l’Usr ed il Cnpi – è una condotta sbagliata perché l’introduzione del cosiddetto decreto Brunetta non introduce alcune novità sulle sanzioni da impartire agli insegnanti. A sostenerlo è il segretario della Uil Scuola Massimo Di Menna, che il 6 luglio ha inviato una lettera (pubblica) al ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, al ministro Brunetta e al presidente dell’Aran, Antonio Naddeo. Nella lettera Di Menna, non prima di aver prodotto diversi riferimenti normativi sulla questione mai disapplicati o decaduti, sostiene che “il decreto leg.vo n. 150/09, modificando il precedente decreto leg.vo n. 165/01, ha introdotto una specifica e rigida procedura nell’ipotesi di avvio di un provvedimento disciplinare nei confronti del personale dipendente pubblico, senza intervenire sul sistema di garanzie previste per il personale docente.
Il sindacalista sostiene che non è possibile ovviare, qualora sia necessario adottare una “pena” superiore al richiamo verbale e scritto, all’obbligo di coinvolgere l’organo deputato per legge ad intervenire per sanare questo genere di situazioni: anche quando la sanzione disciplinare da comminare al personale docente preveda la sospensione dal servizio (anche per un solo giorno) – continua la lettera della Uil – la validità della stessa è soggetta all’acquisizione del parere preventivo ed obbligatorio che il Consiglio nazionale della pubblica istruzione è chiamato a rendere“.
L’interpretazione della Uil risulta però contraria anche a quella espressa dalla maggior parte degli addetti ai lavori all’indomani della presentazione del decreto: noi stessi, su questo sito internet, avevamo inserito tra le novità introdotte dalla “stretta” voluta dal ministro Brunetta anche quella in base alla quale “d’ora innanzi rientrerà nella facoltà del dirigente scolastico ricorrere alla censura e alla sospensione dal servizio fino a 10 giorni”.
Di Menna però appare sicuro del fatto suo. E preannuncia ai responsabili dei ministeri competenti che il sindacato su questo genere di situazioni è pronto ad avviare innumerevoli contenziosi: sarebbe quindi il caso di adottare “un approfondimento relativo alla corretta applicazione delle norme richiamate, che se non suffragate da procedure coerenti, sarebbero destinate ad incidere negativamente su tutti i procedimenti disciplinari attivati in questa fase di prima applicazione del decreto leg.vo n.150/2009, con il rischio di essere sottoposti ad un giudizio di nullità in caso di ricorso al Giudice competente“.
E non c’è tempo da perdere: sempre in base a quanto denunciato dalla Uil Scuola, nella parte finale dell’anno scolastico la “non corretta applicazione delle norme relative ai procedimenti disciplinari attivati da dirigenti scolastici nei confronti del personale docente avrebbe determinato un clima di tensione nelle scuole con riflessi negativi anche sul normale svolgimento delle attività didattiche“. Chissà se, in attesa della risposta, i dirigenti più rigorosi cominceranno a cambiare registro oppure continuino a mantenere l’attuale comportamento (anche perché spesso in linea con le indicazioni provenienti dall’Usr). Un chiarimento in merito, e su questo punto siamo d’accordo con Di Menna, appare quanto mai necessario.
Alessandro Giuliani

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