Seguendo la vita di oggi, compresa la politica, cercando di seguire un filo conduttore dialogico, più volte mi viene alla mente il film “Idiocracy”.
Sempre nel rispetto di tutti gli attori, a volte però mi sembra domini una sorta di scimiottamento dell’intelligenza, per un approccio non-problematico alla realtà.
Forse è questo il timbro ed il prodotto del nostro tempo, tutto concentrato, eterni adolescenti, sul proprio ombelico, come individui, gruppi, contesti. Tra le cause, ci sono anche i gingilli tecnologici che, si crede, oramai sono e si sono imposti come i surrogati ed i sostituti del pensiero?
Credo che il compito, in questo nostro tempo, di chi non sia disposto ad abbassare alla propria responsabilità formativa sia così riassumibile: indicare vie che ci aiutino a non subire opinioni, eventi, immagini, individuando limiti e valori, scongiurando sabbie mobili, evitando scorciatoie. In poche parole, più che insegnare, indicare, più che imporre, testimoniare, più che dedurre, proporre.
Perché, che ne siamo consapevoli o meno, la verità resta sempre criterio di se stessa. Oltre le nostre opinioni, oltre noi stessi.
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