Quando i docenti parlano dei dirigenti scolastici, si nota una certa acredine. E’ nota la polemica suscitata dalla riforma della “Buona Scuola” che dava alcuni poteri ai presidi: chiamata diretta dei neoassunti, scelta dei docenti meritevoli con attribuzione di un bonus… I presidi sono stati definiti “sceriffi” e accusati di autoritarismo. In realtà il potere dei presidi era molto limitato, come ha riconosciuto lo stesso neoministro dell’Istruzione, Bussetti ( essendo stato preside, lui sa di cosa parliamo).
La chiamata diretta è destinata ad essere abolita ed è meglio così: si prestava il fianco a denunce per corruzione. Alcuni di noi dirigenti scolastici già vi avevano rinunciato, sia per i tempi (costretti a tornare a scuola a Ferragosto) sia perché alla fine questa scelta era molto limitata. Ritorni la chiamata da graduatoria e così si accontentano i sindacati degli insegnanti.
Chissà se anche il merito rimarrà…Qui devo dire che molti insegnanti sono stati favorevoli a concorrere per esso e, anche se il compenso era simbolico, ci tengono ad avere il titolo onorifico. Forse i tempi sono maturi per introdurre la carriera differenziata dei docenti, con concorsi fatti per reti di scuole: si dovrebbero valutare gli aggiornamenti e i corsi di formazione fatti, l’attitudine all’insegnamento, l’apertura all’innovazione, ma anche la capacità empatica di interagire con allievi e genitori. E qui la relazione del dirigente scolastico, che conosce bene l’insegnante, diventa fondamentale.
Certo bisogna che la valutazione degli operatori scolastici sia svolta a tutti i livelli.
Per quanto riguarda i dirigenti scolastici, essa deve essere fatta da un dirigente superiore e non da colleghi, così come gli insegnanti devono essere giudicati dal loro superiore, il preside, se la valutazione vuole essere obiettiva e super partes.
Questo richiede un aumento dell’organico dei dirigenti tecnici, adesso assai striminzito, aprendo anche alla possibilità di carriera dei dirigenti scolastici.
E accetto anche la sfida fatta dall’associazione “ Professione docente” di valutare il clima della scuola, interpellando genitori, insegnanti, alunni e personale ATA. Ma questo deve valere anche per gli stessi insegnanti. Non si può essere unilaterali.
L’obiettivo è di migliorare il servizio scolastico in toto.
Eugenio Tipaldi