Categorie: Valutazioni

La valutazione delle scuole e una “politica per la giustizia in educazione” secondo la Fondazione Agnelli

Il Sistema Nazionale di Valutazione (SNV), dopo la prima tornata dei Rapporti di Autovalutazione (RAV) preparati dalle scuole raggiungerà in effetti i risultati attesi? E rispetto alle sperimentazioni volute dall’ex ministra Gelmini, quali differenze si sono evidenziate con le nuove disposizioni sulla valutazione? La fondazione Agnelli ha provato a dare risposta con il presidente Andrea Gavosto nel corso suo intervento al convegno “La scuola di tutti. Dopo la legge 107/2015, politiche per la giustizia in educazione” organizzato venerdì 22 gennaio alla Camera dei Deputati, che ha dedicato una sessione di discussione a un aggiornamento critico delle questioni che oggi restano aperte in tema di valutazione.

Il direttore Gavosto ha infatti ripercorso l’evoluzione del SNV dal modello originario delle cosiddette “tre gambe” (Invalsi + ispettori MIUR + Indire), che dava maggiore rilievo al ruolo della valutazione esterna, fino alla situazione attuale, che vede per contro un’enfasi superiore e forse eccessiva sull’autovalutazione – attraverso i RAV –  e lascia per il momento relativamente indeterminata la sua effettiva integrazione con gli strumenti della valutazione esterna (indicatori oggettivi, fra cui i dati Invalsi e il valore aggiunto, e le visite ispettive), senza i quali l’autovalutazione resta autoreferenziale e poco efficace.

 

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A parte le criticità che potranno sorgere, sia dalle carenze e dai ritardi nella formazione dei Nuclei esterni di valutazione, gli ispettori,  ancora in numero inadeguato, sia dalla irrisoria percentuale di visite alle scuole prevista per il 5% delle istituzioni scolastiche, e sia dall’incertezza che permane sui criteri per identificare quali scuole vanno visitate per prime, c’è pure il nodo assai problematico – secondo la Fondazione Agnelli – di aggiungere alla valutazione delle scuole (prevista dal DPR 80) e alla valutazione dei DS (prevista dal D.lgs. 165/2001 e ripresa nella nuova normativa) la valutazione dei singoli docenti, attraverso un bonus annualmente assegnato dai DS sulla base dei criteri del Comitato di valutazione interno alla scuola. 

È stata così creata una sovrapposizione dalla quale possono scaturire incoerenze, paradossi e un disallineamento degli incentivi che “non garantisce che tutti i soggetti coinvolti abbiano obiettivi di miglioramento comuni e ciascuno risponda solo di ciò su cui può esercitare influenza diretta”.

Da qui le proposte della Fondazione Agnelli alla luce della sperimentazione voluta dalla ex ministra Gelmini svolta fra il 2011 e il 2014 in 77 scuole medie di tre province italiane (Pavia, Arezzo e Siracusa).  Se in quel caso si metteva “alla prova” il modello di valutazione delle tre gambe, con l’impiego di indicatori di valore aggiunto e di visite ispettive, introducendo incentivi premiali per le scuole risultate migliori, la sperimentazione, monitorata dalla Fondazione, ha però evidenziato che:

1) nonostante premi e piani di miglioramento, gli apprendimenti degli studenti delle scuole VSQ non hanno registrato miglioramenti superiori a quelli delle scuole del campione di controllo, mentre, invece, ci sono stati buoni progressi nelle altre aree didattico-organizzative osservate durante le visite;

2) è necessario trovare un equilibrio fra “la dittatura dell’indicatore unico” e la dispersività di volere valutare tutto e tutti, un rischio quest’ultimo presente nell’attuale SNV;

3) per risultare efficace la valutazione deve essere tempestiva: se il processo è ritardato o dura troppo a lungo, come oggi si può temere, viene meno la titolarità dei processi di miglioramento, specie a causa dell’elevato turnover di DS e docenti;

4) i DS delle scuole VSQ hanno dimostrato difficoltà ed esitazioni nella gestione delle risorse premiali: a un anno di distanza meno di un terzo le aveva già allocate e – quando queste sono andate ai docenti – sono state assegnate in molti casi “a pioggia”, a conferma di una lontananza culturale delle scuole dalla logica premiale. Per analogia, ci si può domandare: come si comporteranno DS e Comitati di valutazione alle prese con i bonus per i docenti previsti dalla legge 107?

Pasquale Almirante

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