Categorie: Valutazioni

La valutazione deve essere svolta da organismi terzi

L’Associazione nazionale dei pedagogisti italiani (ANPE), vede con preoccupazione il tentativo di affidare agli studenti o alle famiglie le azioni legate alla valutazione dei docenti – previste anche dal Ddl sulla scuola che il Governo dovrà approvare – perchè in un processo di valutazione chi deve essere valutato non può essere a sua volta valutatore pena la perdita di garanzia della terzietà e, quindi, dell’obiettività della stessa valutazione.

La scuola nasce come luogo di crescita intellettuale e sociale che ha come obiettivo pedagogico prioritario il raggiungimento dell’empowerment. La logica del customer satisfaction, tipica del marketing aziendale, tesa a soddisfare o superare le aspettative del cliente, contrasta con i valori pedagogici – afferma la presidente nazionale Luisa Piarulli. Tuttavia valutare l’attivita dei docenti può rappresentare uno stimolo per la crescita professionale e l’ottimizzazione delle strategie educative e didattiche messe in opera nella scuola, ma non deve, né può trasformarsi in una modalità sanzionatoria: sarebbe un mero giudizio sulle persone che nulla avrebbe a che fare con la valutazione di un buon processo di apprendimento. Sarebbe auspicabile nonché legittimo in un contesto educativo – prosegue la presidente nazionale ANPE – inserire nelle scuole il pedagogista perchè figura professionale capace di orientare e affiancare i docenti nelle scelte didattiche, metodologiche, formativo-educative.
Presso alcune Università la valutazione del docente realizzata dagli studenti rappresenta una modalità consueta; ma, nella fascia dell’età evolutiva ciò può innescare delle dinamiche rischiose che andrebbero a inficiare l’oggettività e l’obiettività della valutazione: le famiglie sempre più agiscono nella logica della tutela e della salvaguardia dei propri figli da qualsivoglia frustrazione, mentre gli studenti, con un’identità in formazione, preferiscono sottrarsi all’assunzione di responsabilità.
Sicuramente la valutazione dell’attività d’insegnamento è utile – sostiene la Piarulli – ma immaginare docenti della scuola che affiancano il dirigente scolastico nella valutazione dei propri colleghi, per quanta esperienza possano aver maturato, rischia di compromettere il clima relazionale all’interno del sistema e il valore stesso della collegialità, componente preziosa. Tutelare il benEssere degli adulti può rappresentare uno strumento per garantire il benEssere degli alunni che necessitano di crescere in un contesto sereno, equilibrato, armonioso, dove la priorità è imparare ad apprendere grazie agli adulti capaci di trasmettere amore e passione per il Sapere.
Insegnare è professione che richiede fiducia e necessita di un riconoscimento sociale e culturale; oggi – conclude Luisa Piarulli – la vera rivoluzione pedagogica consiste nel ritornare a diventare Maestri, ma non saranno gli atteggiamenti sanzionatori a promuoverla.
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