La vendita dei Pc a scuola aiuta a tenere vivo il mercato digitale

C’è anche la diffusione dei Personal computer all’interno delle scuole tra le cause che mantengono il mercato digitale in espansione malgrado la crisi che ha colpito un po’ tutti i comparti commerciali. I numeri, in effetti, ci dicono che i contenuti digitali rappresentano un settore dell’economia e della cultura che non appare risentire del periodo di rallentamento generale: al termine dello scorso anno si è calcolato che l’intero mercato dei contenuti digitali ha superato i 6 miliardi di euro, con una crescita annua pari a circa il 20%, e le previsioni per il 2009 lo pongono sulla soglia dei 7,4 miliardi di euro.
Partendo da questi dati complessivi incoraggianti, il 6 ottobre si è discusso a Roma, nel cinema Adriano, durante il workshop “Liquidi, Veloci, Mobili: contenuti digitali e risorse per la conoscenza”, su quali settori occorre puntare per migliorare ulteriormente la crescita.

Alla discussione hanno partecipato Luca Barbareschi, vicepresidente IX Commissione Trasporti e Telecomunicazioni, Sandro Bondi, ministro per i Beni e le Attività Culturali, Corrado Calabrò, presidente dell’Autorità per le Comunicazioni. Quel che è emerso dall’incontro è che tra i fattori che influenzeranno lo sviluppo di mercato dei contenuti digitali ci sono anche lo sviluppo del video e la diffusione dei Pc connessi in banda larga tra famiglie e imprese.
Un importante impulso all`economia della rete sarà dato dall’integrazione di piattaforme abilitanti e d’innovazione di servizio, ma occorre porsi precisi obiettivi: penetrazione d`uso della larga banda (“
mi fa piacere che venga invocata ma mi farebbe più piacere che fossero messi i soldi“, ha detto Calabrò rivolgendosi soprattutto gli operatori privati per investire nello sviluppo di questa nuova tecnologia per la quale occorrerebbero circa 15 miliardi), realizzazione delle nuove reti, digitalizzazione della relazione tra cittadini e Pubblica amministrazione con l`eliminazione della carta, protezione dei diritti di proprietà intellettuale.
Tornando all’ambiente puramente scolastico, gli ultimi dati non fanno altro che confermare queste tendenze generali: oltre al potenziamento continuo, in ambito informatico, adottato dai singoli istituti, molto sta facendo il Miur. Pochi giorni fa il ministro Gelmini ha presentato a palazzo Chigi, con il ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, lo stato di avanzamento dei progetti per la digitalizzazione del mondo dell’istruzione. Si tratta di quasi 30.000 lavagne interattive multimediali installate in altrettante classi entro il prossimo giugno, con 100.000 insegnanti in formazione. Didattica digitale al posto dei tradizionali metodi di apprendimento in nuove 156 scuole delle primarie e secondarie superiori. Servizi scuola-famiglia via web, con pagelle e certificati on-line, registro elettronico di classe, notifica tramite sms alle famiglie delle assenze degli studenti. “E’ una responsabilità di tutti offrire ai nostri ragazzi una scuola sempre più aperta e moderna“, ha detto Gelmini.
Attraverso il piano eGov 2012 ed il protocollo d’intesa dell’ottobre 2008, il Miur e il ministero della Funzione pubblica hanno avviato una serie di interventi coordinati per l’innovazione digitale della scuola.
Il Miur ha messo a punto il piano ‘La scuola digitale’, che si articola in due fasi: la prima (operativa dallo scorso gennaio) prevede l’introduzione in classe delle lavagne interattive multimediali (Lim), l’altra chiamata Cl@ssi 2.0 ha come obiettivo l’utilizzo delle Ict nelle scuole.
In base ai dati emessi da viale Trastevere, ad oggi sono state già installate 7.697 Lim, che si aggiungono alle 3.300 fornite dal ministero gestito da Renato Brunetta. Sono inoltre iniziati i corsi di formazione per 30.000 docenti. Parte ora una seconda fase, che ha come obiettivo l’installazione entro giugno di altre 20.000 Lim con complessivamente 100.000 insegnanti in formazione.
Il progetto Cl@ssi 2.0, invece, mira a trasformare l’ambiente di apprendimento tradizionale attraverso le Ict e la didattica digitale: nei prossimi mesi anche le scuole primarie e secondarie superiori (dopo quelle secondarie di I grado) sperimenteranno il progetto, con nuove 156 scuole e 1.404 insegnanti in formazione.

Alessandro Giuliani

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