«La vera emergenza d’Italia? sono le culle vuote»: lo ha detto Matteo Salvini Linkiesta durante la campagna elettorale e dopo la pubblicazione dei dati Istat sulle nascite, che fra l’altro certificano come il calo dei nati è particolarmente accentuato per le coppie di genitori entrambi italiani (14 mila in meno rispetto al 2016 e oltre 121 mila in meno rispetto al 2008), qualcuno glielo dovrebbe ricordare.
Infatti meno nascite, significa pure meno lavoratori domani e dunque meno tasse per finanziare la sanità e meno contributi per pagare le pensioni e i servizi. Le conseguenze sono allora gli immancabili e inevitabili tagli.
Ma non arriverebbero più, secondo gli esperti, nemmeno gli stranieri a «pagarci i contributi». “I movimenti migratori globali tenderanno a fare dell’Italia, sempre più, un luogo povero di opportunità, un transito verso altri lidi”, mentre la scuola perderebbe miglia di cattedre.
E allora, se la vera emergenza è il crollo della nascite, sarebbe opportuno che si incominciasse a parlare “di nidi gratis per le mamme lavoratrici, di sostegno all’occupabilità femminile, vera primigenia causa dell’inverno demografico italiano, soprattutto al Sud, di un sostegno reale alle famiglie con figli che non sia una presa in giro come l’ettaro di terra da coltivare”.
«Il primo dato economico e culturale attraverso cui vorrò essere misurato al governo, al di là del rapporto debito/Pil, dello spread, dell’inflazione, è il numero di figli per donna. Che è anche un tema economico, perché un Paese che fa figli è un Paese che crede nel suo futuro»: lo diceva Salvini, allora, nella intervista a Linkiesta: se ne ricorderà?
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