L’organico funzionale introdotto dalla riforma 107 è insufficiente al fabbisogno delle scuole. Dare 4 docenti in più (questa è la media) a ogni scuola,non basta, se poi mi metti il paletto che non posso chiamare un supplente se non dopo 10 giorni di assenza del docente titolare.
Poiché la maggior parte delle assenze degli insegnanti sono per brevi periodi, va a finire che questi insegnanti saranno impiegati,checché se ne dica, per sostituzione docenti assenti e non per i progetti per cui sono stati chiamati.
E allora? Allora la mia proposta è che si aumenti l’orario di lavoro dei docenti in proporzione all’aumento dello stipendio. Questa è la vera riforma della scuola che dovrebbe attuare il governo Renzi.
I docenti si lamentano giustamente della loro scarsa retribuzione, ma sono disponibili, come i loro colleghi europei, a svolgere più ore di lavoro? Magari si potrebbe lasciare la scelta a loro se fare solo le 18 ore settimanali (scuola secondaria) o 24 ore (scuola primaria) o le 25 ore (scuola dell’infanzia) rimanendo con lo stipendio – base o svolgere 6 ore in più la settimana e pagare di più chi sceglie di farle: ore che servirebbero per sostituzione docenti assenti, per progetti di recupero e integrazione, per compresenze nelle classi difficili, per suddivisione delle classi in gruppi di livello.
Il fatto che nella scuola secondaria di I e II grado, dove si avverte il fenomeno della dispersione scolastica, i docenti fanno le loro ore di servizio e scappano crea una frammentarietà dell’insegnamento (non è possibile svolgere lezioni interdisciplinari) e rende impossibile svolgere attività di recupero degli alunni più a rischio.
Ecco che con questa riforma si migliorerebbe il livello didattico della scuola , attualmente negativo come mostrano le prove Invalsi, si ridurrebbe la dispersione scolastica e si risolverebbe il problema della precarietà definitivamente, perché, come avviene in Europa, le supplenze le svolgerebbero i docenti titolari.