Nei giorni scorsi è stato presentato un emendamento alla legge di stabilità di prossima approvazione, a firma di sette parlamentari di Sinistra Ecologia e Libertà e due parlamentari del Gruppo Misto.
L’emendamento n. 16.20, inserito in data 8 novembre 2015 all’art. 16 dell’atto – A.S. 2111 della Commissione di programmazione economica e di bilancio del senato, ha come obiettivo l’inserimento in Graduatoria ad Esaurimento dei docenti in possesso del Diploma Magistrale conseguito entro l’anno scolastico 2001/2002.
Pare che l’emendamento sia già stato dichiarato ammissibile e verrà votato per l’approvazione nelle prossime ore.
E’ doveroso rammentare che nei mesi scorsi, in fase di approvazione della L. 107/2015, anche il M5S a firma di Silvia Chimienti aveva presentato un emendamento che chiedeva l’ingresso in Gae dei diplomati magistrale, e successivamente anche il PDL con Maria Stella Gelmini ci aveva riprovato, ma tutti e due gli emendamenti sono stati prontamente bocciati dalla maggioranza PD che si ostina cecamente a non voler far accedere i diplomati magistrale nelle Graduatorie ad Esaurimento. Sulla questione esiste ed insiste un’interrogazione parlamentare (n. 2/01013) depositata alla Camera dei Deputati in data 17 giugno 2015 da Maria Marzana del M5S a cui, ad oggi non è stata data risposta; e recentemente è stata presentata, sempre dai parlamentari europei penta stellati, una ulteriore interrogazione al parlamento europeo, la
n. E-013639/2015 del 8 ottobre 2015 dove si ravvisano addirittura gravi infrazioni di precise e severe direttive europee che il governo avrebbe violato estromettendo i diplomati magistrale dalle graduatorie ad esaurimento.
La risposta della Commissione europea è attesa per metà dicembre 2015. Nel frattempo, in attesa che la maggioranza del Partito Democratico prenda coscienza che forse è giunto il momento di riconoscere un diritto acquisito a questi poveri docenti che reggono le fila delle scuole dell’infanzia e delle scuole primarie del regno italico da più di 15 anni e non possono e non devono essere buttati per strada, da mesi molti insegnanti in possesso del diploma magistrale si stanno facendo largo a suon di ricorsi ed a botte di sentenze ed ordinanze favorevoli da parte dei tribunali del lavoro; che stanno intimando al MIUR di inserire in GaE i docenti in possesso di tale titolo in quanto è pieno diritto dei ricorrenti accedere alle graduatorie ad esaurimento, e stanno condannando lo stesso ministero al pagamento delle spese di lite.
Il diploma magistrale è stato riconosciuto abilitante a tutti gli effetti di legge dal D.P.R. del 25/3/2014 pubblicato in G.U. n. 111 del 15/5/2014, e quindi deve dare accesso alle graduatorie ad esaurimento, così come ha ribadito il più alto rango della giurisprudenza amministrativa con le sentenze del Consiglio di Stato n. 1973/2015, 3628/2015, 3673/2015, 3788/2015; a cui si stanno accodando i vari tribunali del lavoro sparsi per tutto lo stivale.
Da un po’di tempo a questa parte si è anche costituito su Facebook un comitato di docenti diplomati magistrale che conta all’incirca 1.700 membri, fondato e gestito dal Prof. Liberato Gioia, che lotta per il giusto inserimento in Gae dei docenti in possesso del diploma magistrale conseguito entro l’anno scolastico 2001/2002.
In queste ore, il Prof. Liberato Gioia ed i suoi più stretti collaboratori, stanno cercando di mettersi in contatto con i parlamentari di tutte le forze politiche, anche del Partito Democratico, da cui dipenderà la votazione per l’approvazione dell’emendamento suddetto che potrebbe sanare una volta per tutte la triste vicenda dei diplomati magistrale.
Risolvendo la questione dei diplomati magistrale politicamente, si fermerà anche “lo tsunami “di ricorsi, sentenze, ordinanze ecc. , che da mesi sta travolgendo il Miur. L’unico risultato, per chi si ostina a non volere l’accesso in GaE per i diplomati magistrale, è solo quello di cagionare una grave emorragia di denaro pubblico per le spese di lite che il ministero deve sborsare per ogni ricorso perso, e con i tempi che corrono, non ce lo possiamo proprio permettere.
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