Si tratta di una gara a tempo, fatta sulla base di quiz a risposta multipla, dove se non raggiungi un prestabilito punteggio, non puoi accedere alle fasi successive. Questa preselezione ha lo scopo di ridurre i numeri dei partecipanti al concorso vero e proprio, è un quiz ad eliminazione diretta. Se non riesci a rispondere, ad esempio, ad ottanta domande su cento nel tempo di 100 minuti, sei fuori dal concorso. Bisogna dire che lo scandalo di questo sistema bizantino e articolato nella sua complessità, è soprattutto un altro: è quello dei ripetuti errori riscontrati nei test proposti in sede di selezione. È necessario dire che le società che si occupano dell’elaborazione e somministrazione di questi test, sono società ben pagate dallo Stato. È ovvio che si tratta di un ingente spreco di denaro pubblico, che tra le altre cose non garantisce nemmeno una selezione di merito apprezzabile. Ci sarebbe da dire che questo meccanismo barbaro usato per fare selezione, a volte elimina professionisti competenti non inclini ai giochi a quiz e a tempo. Ad un meccanismo così deficitario, in cui le variabili di successo sono classificabili nel caso, nella fortuna, nella memoria di imparare anche risultati sbagliati, bisognerebbe trovare un’alternativa basata su variabili di cultura, competenza, capacità espositiva e relazionale. Bisogna che si capisca che la vita non è tutta un quiz, dove mettendo la crocetta o il pallino giusto alla corrispondente lettera giusta, ne tempo giusto, si schiudono le porte per accedere a dei ruoli, dove le crocette e i pallini non servono proprio a nulla.