Cosa c’entra la programmazione con lo sviluppo della cittadinanza attiva nei bambini (VAI AL CORSO)? Secondo il DigCompEdu (Digital Competence Framework for Educators), il documento redatto dalla Commissione Europea nel 2013, le competenze digitali aiutano a costruire il senso civico.
Lo schema redatto dalla Commissione si compone di sei aree, di cui due sono proprio la programmazione e il problem solving, ambiti che sono racchiusi nel pensiero computazionale.
Adottando questo tipo di approccio è possibile:
- scomporre un problema complesso in problemi più elementari e gestibili;
- analizzare i dati e la loro organizzazione;
- rappresentare le informazioni attraverso codici;
- costruire sequenze di istruzioni per risolvere i problemi;
- Partire da principi generali e creare strategie risolutive concrete per affrontare e risolvere problemi simili.
Coding e ambiente
Il legame tra programmazione informatica e sostenibilità ambientale può risultare più stretto di quanto si pensi. Attraverso un apprendimento attivo e inclusivo basato sul pensiero computazionale è possibile creare laboratori green per la transizione ecologica partendo, ad esempio, dalla riqualificazione degli spazi verdi scolastici. In questo modo, oltre a fare azioni concrete per l’ambiente, gli alunni hanno l’opportunità di sentirsi partecipi e protagonisti in prima persona di un progetto volto alla sostenibilità.
Attraverso il coding e la robotica didattica, ad esempio, si possono controllare i parametri fisico/chimici di giardini e orti realizzati a fini didattici. O, con l’ausilio dell’IoT (Internet of Things), è possibile costruire sistemi di monitoraggio delle colture.
Il corso
Su questi argomenti il corso Realizzare laboratori green con il making e con il coding, a cura di Michele Maffucci, in programma dal 4 luglio.