In questo settembre 2020 l’accoglienza alla scuola primaria e dell’infanzia, già momento topico e particolarmente delicato per l’impatto emotivo che ricade sui piccoli alunni, diventa ancora più centrale. La gestione del protocollo di sicurezza e quindi la questione del distanziamento, delle mascherine, degli ingressi scaglionati sono tutti elementi che potenzialmente potrebbero aggravare le ansie già nutrite dei bambini. Unica soluzione: gestire tutto al meglio; conoscere le regole e applicarle con determinazione ma anche saggezza e buon senso.
Nella scuola dell’infanzia alcuni genitori ci segnalano l’importanza che la presenza degli accompagnatori sia ridotta all’essenziale, certo, a un solo genitore, ma magari dando a lui o a lei il tempo necessario per rassicurare il figlio, quindi con ingressi scaglionati, ma anche adeguatamente distanziati nel tempo. Nella scuola dell’infanzia è opportuno che i bambini stiano con la mamma o col papà a lungo e per più giorni. L’esigenza di non creare assembramenti farebbe sì che solo pochissimi alunni in contemporanea potrebbero varcare la soglia della classe rendendo il periodo dell’accoglienza molto lungo? Va benissimo così, il tempo è uno strumento pedagogico-didattico che quest’anno conta più che mai. L’anno scolastico inizierà ed entrerà a regime più lentamente ma è normale (e corretto) che sia così. In altre parole la normale fascia di ingresso 7:30-9:00 potrebbe anche essere adattata alle nuove esigenze ed eventualmente estesa.
Il piano scuola rende esplicito un suggerimento sull’accoglienza alla scuola dell’infanzia: si prediligano gli spazi aperti. I bambini hanno bisogno di muoversi,esplorare, toccare, condividere esperienze. Dunque non si può evitare che entrino in contatto con altri bambini, naturalmente, ma questi bambini facciano parte di gruppi fissi che si relazionino, per quanto possibile e finché il clima lo permetterà, all’aperto.
E per i bambini iscritti per la prima volta, si prevedano momenti dedicati di ascolto e ambientamento, che preparino gli alunni a vivere con serenità e gioiosità anche le routine sanitarie, dal lavaggio frequente delle mani alla protezione delle vie respiratorie
E veniamo allo spauracchio della DaD. I documenti ministeriali ci esortano a presentarla nel modo giusto e con predisposizione alla positività. La DaD sia un aiuto, non un impedimento o, peggio, una condanna. Non a caso nella scuola dell’infanzia la DaD è definita LEAD, Legami Educativi A Distanza. L’aspetto educativo a quest’età si innesta sul legame affettivo ed emozionale, viene spiegato sugli orientamenti pedagogici ministeriali. In altre parole, bisogna mantenere il contatto emotivo, bisogna fare capire agli alunni che i compagni ci sono e gli insegnanti ci sono, davanti allo schermo del pc è ancora possibile guardarli in faccia e sentire la loro voce.
Quanto alla scuola primaria, oltre a queste identiche problematiche di gestione dell’accoglienza dei neofiti, si presti particolare attenzione a chi abbia iniziato il suo percorso scolastico l’anno scorso, in pieno Covid, concludendo l’esperienza scolastica senza neanche un saluto, senza una foto di classe, senza un abbraccio. Con questi alunni, si riallacci il discorso lasciato a metà, in termini emotivi prima di tutto, si parli di quanto accaduto, ci si confronti apertamente, si dia ascolto ai sentimenti, alle paure, alle ansie, anche in funzione di predisporre i bambini a una nuova emergenza e a una nuova possibile Didattica a Distanza.
Il verbo chiave: verbalizzare. Verbalizzare sentimenti, pensieri, preoccupazioni circa quanto accaduto e quanto accade è un principio pedagogico cui quest’anno prestare particolare attenzione
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