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L’addio del Ministro Bianchi: “Sono felice e onorato di aver lavorato con voi per una scuola aperta, inclusiva e affettuosa”

“Grazie a tutte e tutti per il cammino fatto insieme in questi mesi. Sono felice e onorato di essere stato il vostro Ministro dell’Istruzione e di aver lavorato con voi per una scuola aperta, inclusiva e affettuosa”, questo il messaggio diffuso sui canali social del Ministro dell’Istruzione uscente Patrizio Bianchi.

“Vi saluto con la solita passione e il solito affetto. Aperta vuol dire che non abbiamo paura, che siamo aperti al confronto. La nostra scuola è una scuola in cui si impara ad imparare, per avere in grado di avere gli strumenti per affrontare ciò che non conosciamo, senza paura”.

“Inclusiva vuol dire che non solo non lasciamo indietro nessuno, ma che il mio diritto di essere qui è perché ci sei anche tu. Non soltanto stiamo qui uno accanto all’altro. Abbiamo imparato che inclusione non vuol dire che tu stai qui e tu stai lì. Integrazione è capacità reciproca di adattarci, di trovare il modo di essere qualcosa in più”.

“Affettuosa vuol dire imparare a vivere assieme, affrontare le cose belle e le cose brutte. A volte ci sono cose difficili che non si riesce a sopportare da soli. La scuola deve essere questo: imparare a fare e imparare a vivere, insieme. Non è facile, non viene spontaneo. Bisogna studiare, per dire all’altro che cosa si vuole essere e cosa si vuole diventare si deve avere le parole per dirlo, sennò qualcun altro le dirà per noi. E la nostra libertà verrebbe meno”.

“La nostra scuola deve permettere ad ognuno di trovare la bellezza, la gioia di studiare, di scoprire quanto prima di noi tante persone hanno scritto, hanno pensato, hanno dato la possibilità a noi di avere più parole per descrivere ciò che noi vogliamo essere”.

“La scuola è e deve essere il cuore della nostra comunità, locale e nazionale e di quella che dobbiamo ancora costruire. La nostra è una scuola ambiziosa, che non si accontenta solo di dire ‘stiamo insieme’, ma la volontà di andare oltre, oltre sé stessi e i nostri sogni”.

“Grazie ai nostri insegnanti, che hanno un compito fondamentale. Non solo siete coloro che dovere insegnare ai ragazzi ad andare a fondo, a crescere. Siete gli adulti di riferimento nel momento in cui si formano giovani uomini e donne”.

“Grazie al personale. La scuola è fatta di tante persone, tutte sono egualmente importanti. Grazie ai dirigenti, che si prendono carico di essere alla guida di queste comunità. Grazie alle famiglie, alla loro presenza, alla loro capacità di conoscere nella scuola il punto di riferimento per essere parte della comunità”.

“La scuola è un mondo complicato, ma sono onorato di essere stato il punto di responsabilità di questa scuola, che ha bisogno di essere rispettata e amata. Nella vita di una persona resta un punto di riferimento, un momento in cui si costruiscono gli affetti”.

Laura Bombaci

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