Curiosa vicenda quella che sta coinvolgendo il primo Istituto comprensivo di Ladispoli, in provincia di Roma.
Il dirigente scolastico reggente revoca l’incarico alla prima collaboratrice e immediatamente si scatena una vera e propria guerra sotterranea (ma neanche troppo) per convincerlo a ritornare sui suoi passi.
E’ il dirigente stesso, Riccardo Agresti, a raccontare la storia che presenta non pochi lati oscuri.
“La storia – scrive Agresti sul sito Baraondanews – rivela che esistono poteri o millantatori che credono di poter manovrare le teste altrui a proprio piacimento con atteggiamenti che sembrano molto simili a quelli di certi picciotti”.
“Tutto – spiega Agresti – nasce dalla rimozione dall’incarico da me affidato alla mia prima collaboratrice. Fatto che ora ha avuto la conseguenza di far inviare una nota a firma di un centinaio di docenti della “Ladispoli 1” per chiedere che io torni per il terzo anno consecutivo ad essere reggente di quella Scuola, per assicurare una continuità gestionale”.
Sarebbe però in corso anche una seconda raccolta di firme di segno diametralmente opposto motivata con il fatto che “non è democratico avere lo stesso dirigente in due scuole diverse”.
Il dirigente Agresti racconta che nella stessa giornata in cui aveva revocato l’incarico alla collaboratrice arriva alla scuola una telefonata davvero curiosa: “Si tratta di una chiamata da un numero non rintracciabile, fatta da una persona che si dichiara far parte della segreteria del Ministro Fedeli che mi chiede di reinsediare immediatamente la ormai ex vicaria nelle sue funzioni di mia prima collaboratrice. Alle mie rimostranze, che citavano alcuni problemi gestionali scolastici creatisi nella scuola, mi riferiva che il Ministero avrebbe provveduto ad inviare due ispettori per verificare la situazione, ma che la “vicaria” doveva tornare nelle sue funzioni”.
Successivamente arrivano ad Agresti altre telefonate, una di queste da una persona che si qualifica con il nome del capo della segreteria del Ministro. Prosegue Agresti: “La persona mi chiede se io abbia provveduto a reinsediare la mia prima collaboratrice in quanto ‘il Comando Generale dei Carabinieri insiste per averla il prima possibile al suo posto di mia collaboratrice in quanto sul litorale nord di Roma si stanno effettuando delle indagini su fatti gravissimi’ e che lunedì una persona di mia conoscenza mi avrebbe rivelato le motivazioni della richiesta”.
La vicenda prosegue con strane telefonate e controlli effettuati da Agresti presso il Ministero stesso dove dicono di non saperne nulla.
Non soddisfatto Agresti invia anche una mail certificata al Ministero che per tutta risposta chiarisce che nessun ufficio o funzionario si è mai sognato di chiedere il reintegro della collaboratrice la quale per parte sua già in precedenza si era dissociata dagli eventi.
Si tratta ora di capire chi e per quale motivo abbia messo in atto una sceneggiata di questo genere che – stando almeno ad una lettura anche solo sommaria del racconto del dirigente scolastico – potrebbe persino nascondere qualche ipotesi di reato, a cominciare da quello di sostituzione di persona.
Nella serata di martedì 25 il segretario nazionale di Unicobas Stefano d’Errico ha fatto sapere di voler sostenere il dirigente Agresti nella sua battaglia perchè si faccia chiarezza sulla vicenda.