Agnese Landini, la moglie di Matteo Renzi, non ci sta più a sentirsi come la docente raccomandata di ferro, entrata in ruolo vicino casa per favoritismi.
E passa al contrattacco. Da oltre un anno, la docente di scuola superiore, assunta nel 2015 a tempo indeterminato nella sua città, Firenze, con la fase C del piano straordinario della Legge 107, ha subìto attacchi di ogni genere. L’accusa più frequente a Lady Renzi, mai però supportata da prove concrete, è stata quella di aver fruito della possibilità di fare l’anno di prova a due passi da casa e di essere collocata, poche settimane fa, su un ambito territoriale altrettanto vicino la residenza.
Da parte sua, sino ad oggi non c’era stata alcuna replica. E nemmeno stavolta, a dire il vero. Perché a parlarne è stato il marito, Matteo Renzi.
Commentando, il 4 ottobre, a Radio Capital, l’accusa di favoritismi verso la moglie, il presidente del Consiglio ha detto: “Mia moglie ha provveduto a querelare chi di dovere; attaccare mia moglie che fa l’insegnante e ha fatto la supplente precaria per 11 anni è piccineria morale più che attacco politico”. Non è dato sapere chi ha ricevuto la querela da parte di Lady Renzi.
Le accuse lanciate nei suoi confronti arrivarono pure in Parlamento: con un post pubblicato sulla sua pagina FB, la senatrice Enza Blundo parlò di “legge ad uxorem” e di immissione in ruolo giunta grazie a “graduatorie secretate (per volere del premier)”.I senatori, però, godono di immunità parlamentare. E difficilmente la senatrice Blundo ha ricevuto un esposto in tribunale che la riguarda da parte di Lady Renzi.
Anziché alimentare la cultura del sospetto, il marito premier, sempre in diretta su Radio Capital, ha esortato i detrattori della riforma, la Buona Scuola, a entrare “nel merito dei provvedimenti del governo: ci dicano dove sbagliamo noi”. E lascino perdere la docente Agnese Landini.
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