Il numero di giovani che contraggono l’Aids è in crescita.
Sono circa 500 i ragazzi in Italia che hanno contratto il virus dell’Hiv, un numero che, in base agli ultimi dati, sembra essere in costante crescita.
Colpa dell’assenza d’informazione, ma soprattutto di una diagnosi tardiva, vietata a chi ancora non ha compiuto il diciottesimo anno d’età, se non accompagnato.
Infatti, in Italia effettuare un test dell’Hiv su un minore è vietato, ma è possibile, qualora vi siano particolari criticità, chiedere di poter procedere tramite l’autorizzazione del giudice tutelare.
Secondo un’inchiesta de L’Espresso, nel 2017 i soldi a budget per la campagna pubblicitaria contro l’Aids ammontavano a soli 80mila euro. Nel 2015 Miur e ministero della Salute avevano istituito un tavolo di lavoro per dar vita a un “piano di educazione della salute incentrato sull’Hiv”.
Il tavolo dal 2015 ad oggi non si è mai incontrato, eppure il Ministero è consapevole dei rischi.
Su questa faccenda è intervenuta l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza che si è espressa favorevolmente sulla possibilità di valutare l’introduzione di norme che consentano in Italia l’accesso ai test dell’HIV e per le infezioni sessualmente trasmissibili (IST) da parte dei minorenni anche senza il preventivo consenso dei genitori.
Questa la risposta alla richiesta di parere del ministero della Salute sulla liceità e opportunità di una legge in materia.
“È però necessario siano rispettate tre condizioni” dice la Garante Filomena Albano.
“La prima è che i test avvengano in un contesto protetto e dedicato nell’ambito del Servizio sanitario nazionale. La seconda è che in caso di positività ai test i genitori o il tutore siano coinvolti al fine di garantire alla persona di minore età un adeguato supporto affettivo nella gestione della notizia e della terapia. Infine, è necessario promuovere capillarmente una cultura della prevenzione e l’educazione all’affettività e alle emozioni”. L’Autorità garante si è inoltre resa disponibile a fornire il proprio contributo al ministero della Salute già in fase di redazione di un eventuale disegno di legge in materia.
L’ordinamento italiano prevede la possibilità di derogare con legge al principio dell’acquisizione della capacità di agire al diciottesimo anno di età. E tra quelle già esistenti ce ne sono alcune destinate, tra l’altro, proprio a garantire il diritto alla salute delle persone di minore età. “La Convenzione di New York stabilisce infatti che gli stati assicurino il diritto dei minorenni ad accedere ai servizi sanitari al fine di tutelarne nel miglior modo possibile la salute” ricorda Filomena Albano.
Il parere tiene conto anche delle osservazioni della Consulta dei ragazzi dell’Autorità garante, appositamente interpellata. I giovani hanno evidenziato, in particolare, l’opportunità di ricevere informazioni adeguate, a scuola, in altre sedi o attraverso campagne sociali e spot. Sulla necessità di una cultura della prevenzione e sull’educazione alla sessualità si era espressa, il 21 settembre 2017, la rete europea dei garanti (Enoc) con un’apposita raccomandazione, a suo tempo inviata dall’Agia al ministero della Salute e al Miur.
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