Home I lettori ci scrivono L’Alternanza? Chiamiamola con il suo vero nome “sfruttamento” minorile

L’Alternanza? Chiamiamola con il suo vero nome “sfruttamento” minorile

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La Regione Marche ha stanziato 95mila euro di soldi pubblici e li ha “regalati” a Comunione e Liberazione per far lavorare gratis gli studenti al Meeting di Rimini.

250 studenti hanno partecipato ai convegni durante il Meeting con un percorso “formativo” stabilito della Regione Marche (a giunta PD).

Il primo “incontro” formativo è stata una santa messa, presieduta dal Vescovo di Rimini.

Nel secondo incontro al convegno è stata presentata una relazione sui “Cinque anni di pontificato. Alla scoperta del pensiero di Bergoglio”.

Una visione sicuramente “laica e super partes” che è stata raccontata a questi 250 studenti… non ho parole!

Tutto questo c’entra poco con il principio di laicità della scuola pubblica e della nostra Costituzione.

Purtroppo il Meeting di un’associazione cattolica, diciamolo fuori dai denti, non può ritenersi una seria opportunità formativa per gli studenti, forse potrebbe esserlo per chi decidesse di entrare in seminario…

L’alternanza scuola-lavoro dovrebbe essere formazione, non l’impiego di studenti per forza lavoro gratuita o per riempire convegni.

L’aggravante pericoloso è che si tratta di un’iniziativa “politica” di Comunione e Liberazione.

Ci spostiamo a Napoli ed ecco che addirittura un tutor aziendale chiede al consiglio di classe di punire gli studenti. Ovviamente siamo all’assurdo dove un privato vuole decidere ed incidere sulla valutazione degli studenti di una scuola statale!

La denuncia arriva dagli studenti del liceo Vittorio Emanuele II, che si sono rifiutati di svolgere un’attività con il Fai nell’ambito dell’alternanza scuola-lavoro.

Una delegata del Fondo ambientale italiano, dicono i ragazzi, avrebbe richiesto alla scuola di punire la protesta con sanzioni e il 7 in condotta: così gli studenti avrebbero rischiato anche di perdere l’anno.

A Varese dei ragazzi di uno istituto alberghiero hanno effettuato uno stage in un ristorante famoso della zona. Hanno “imparato” ad usare la scopa e lo straccio e a sistemare il magazzino… mansioni non proprio da cuoco e addirittura con turni superiori alle otto ore. Tutto ovviamente gratis e a totale sfruttamento del lavoro minorile camuffato in stage.

Una mamma ha ritirato il figlio dallo stage perché il posto era lontano e veniva sfruttato con orari massacranti.

Il titolare del ristorante invece di scusarsi con la famiglia e la scuola, ha consegnato una valutazione negativa che inciderà sul credito scolastico del ragazzo.

Ho consigliato ai genitori di parlare con il dirigente scolastico chiedendo di annullare la valutazione del tutor aziendale presentando una denuncia per sfruttamento all’ispettorato del lavoro e alla Procura della Repubblica.

Questa è l’Alternanza Scuola Lavoro tanto voluta da Renzi e dal “suo” PD con il supporto di Confindustria, Treelle, Comunione e Liberazione, tutti a favore dello sfruttamento minorile camuffato in stage.

Nel frattempo il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione ha espresso parere negativo e una forte critica sul modello dell’ASL, chiedendo di fatto, di cancellare il vincolo dell’obbligatorietà dello stage.

Sappiamo purtroppo che il parere del CSPI è consultivo e non obbligatorio.

Mi auguro però che il ministro Bussetti al rientro da Rimini dove ha partecipato attivamente al meeting di Comunione e Liberazione, si ricordi di essere un ministro della Repubblica Italiana e non un membro della Cei né della Sacra Rota e decida di cancellare il vincolo dell’ASL (Alternanza Scuola Lavoro).

Basta con queste leggi che vanno contro il diritto allo studio, contro il tempo libero dello studente e soprattutto contro un vero modello didattico di conoscenze e competenze.

La scuola non deve diventare un testificio nè un’azienda!

L’istruzione è un diritto costituzionale non un servizio aziendale di sfruttamento del lavoro minorile.

Il M5S non dimentichi le battaglie fatte insieme a noi dell’Unicobas a Roma davanti al Miur contro la “ buona scuola “, contro i test Invalsi e contro l’ASL e convinca il ministro Bussetti a cambiare la strategia di politica scolastica togliendo l’obbligatorietà all’alternanza scuola lavoro.

Paolo Latella