Alunni

L’alternanza scuola lavoro cambia: alcune riflessioni

Nella bozza della Legge di Bilancio sono presenti alcune modifiche al progetto di “Alternanza scuola lavoro” che ha provocato nella scuola notevoli disagi organizzativi, ed in alcune regioni è stato un progetto formativo di eccezionale importanza per diffondere tra i giovani la cultura del lavoro e l’incontro con l’esperienza lavorativa.

Il primo cambiamento riguarda il nome e le attività si chiameranno: “Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento”, descrivendo nel concreto quello che gli studenti svolgono a scuola anche attraverso esperienze di aziende simulate.

Si tratta, infatti, di percorsi di orientamento e di sviluppo delle competenze trasversali che dovrebbero contribuire alla maturazione della settima competenza europea che promuove il “senso d’iniziativa e d’imprenditorialità”.

Viene modificata anche la durata del progetto che si rende flessibile e adattato al contesto territoriale e alle esigenze autonome dell’Istituzione scolastico, prevedendo un calcolo non di giorni ma di ore.

I percorsi sono differenziati per tipologia di corso di studio e per durata:

a) non inferiore a 180 ore negli istituti professionali
b) non inferiore a 150 ore negli istituti tecnici;
c) non inferiore a 90 ore nei licei.

Tali modifiche non dovrebbero far disperdere il ricco patrimonio professionale e culturale che ha accompagnato lo svolgimento di tal esperienza formativa per i docenti referenti e tutor interni e per gli stessi alunni che ne hanno beneficiato. L’incontro con la “cultura d’impresa” è stato un momento di ricchezza per la scuola, un’opportunità di dialogo e di confronto nella ricerca del bene sociale.

Molte esperienze ben organizzate e adeguatamente strutturate hanno offerto ai giovani studenti preziose opportunità di crescita e di maturazione umana e culturale; molti studenti hanno aperto gli occhi ed hanno avuto l’opportunità di osservare il mondo del lavoro con occhi nuovi e con un atteggiamento d’impegno e di responsabilità.

Il ridimensionamento delle ore non vanifica la qualità dell’esperienza, ma rimane pur sempre una positiva e fruttuosa integrazione del curricolo formativo dello studente ed anche senza ulteriori forzature, ben inserito nel percorso di studio favorisce, come recita la nuova formula, lo sviluppo di “competenze trasversali” ed offre positiva guida di “orientamento” nella scelta del successivo percorso di studi universitari nella prospettiva della professione del domani.

Il disegno del PECUP (Profilo educativo culturale e professionale) che ha guidato la riforma della scuola negli anni Ottanta, secondo l’originario progetto Bertagna, prende sempre maggiore consistenza se vengono salvaguardate le dimensioni educative che pongono al centro lo studente protagonista attivo nell’apprendimento del sapere, del saper fare e del saper essere; la valenza culturale della scuola che offre i sui contributi di discipline, materie, contenuti non come fine, ma per lo sviluppo della personalità di ciascuno in vista della realizzazione professionale e del domani lavorativo di tutti e di ciascuno.

Giuseppe Adernò

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