Francesca Moneta, studentessa della IV C del liceo statale Virgilio di Milano, ha partecipato con la sua classe al concorso nazionale “Tracce di memoria”, indetto per non cancellare dal ricordo collettivo la stagione della Strategia della tensione, che sfociò poi negli anni di piombo.
La sua classe, insieme a altri istituti, è stata premiata ed è stata lei a ritirare il riconoscimento dalle mani di Mattarella. E proprio in questa occasione ha pronunciato un discorso, davanti agli scranni e alle tribune dell’aula di Montecitorio, dove sedevano i parenti dei morti nelle piazze, sui treni o alle stazioni per mano del terrorismo, che ha riscosso applausi scroscianti, condivisi dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella e dai presidenti di Senato e Camera.
“Abbiamo approfondito le tragiche vicende degli anni ’70 nel quartiere Città Studi a Milano – ha esordito Francesca – dove si è consumata la morte dei tre studenti di opposte fazioni: Fausto Tinelli, Lorenzo Iannucci e Sergio Ramelli e dell’agente della Ps, Antonio Marino”.
“La nostra ricerca – ha spiegato – ci ha permesso di avvicinare un periodo della nostra storia che non conoscevamo, ci ha appassionato e, allo stesso tempo, ci ha sconvolto scoprire che nelle strade, nelle piazze o nei giardini dove oggi ci troviamo a camminare, qualche decennio fa giovani come noi si uccidevano per contrasti ideologici che noi fatichiamo a comprendere”.
“Ma anche noi stiamo vivendo un periodo particolarmente difficile della nostra storia. I valori democratici fondanti la convivenza civile paiono a volte essere messi in discussione, perfino da chi riveste alte responsabilità di governo. Parole e gesti violenti – ha proseguito la studentessa tra gli applausi – amplificati a dismisura dai social media, diffondono un clima di diffidenza e di odio nella società civile, screditando le istituzioni democratiche, nazionali ed europee, che sono nostre e che dovremmo tutelare e difendere strenuamente”.
“Sentiamo nominare spesso la sentenza latina ‘Historia magistra vitae’. Ma questa affermazione è ben più ricca e articolata e comprende anche l’espressione ‘Historia vitae memoriae’. Ovvero, secondo Cicerone, ‘la storia è vita della memoria’. Difendiamo la memoria del passato, studiamola – è stata l’esortazione di Francesca Moneta – custodiamola come qualcosa di prezioso che dà senso e valore al presente e apre a noi giovani la speranza di un futuro da costruire con intelligenza e rinnovato impegno civile”.
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