La ministra dell’interno, Luciana Lamorgese, in merito ai fatti occorsi in occasione delle recenti manifestazioni di studenti, relative alla morte del giovane stagista, è andata subito al nocciolo della questione nel corso della sua informativa urgente al Senato: “E’ inaccettabile la morte di Lorenzo Parelli. L’impegno e la freschezza dei suoi 18 anni testimoniano la determinazione del nostro Paese a rialzarsi dalla crisi devastante causata dalla pandemia e proprio i giovani hanno risentito della marginalità e delle occasioni mancate, che sono alla base di un malessere profondo non sempre compreso”.
Poi è entrata nel merito dell’informativa stessa per quanto è avvenuto nelle piazze a partire dal 21 gennaio scorso.
“Negli scontri di Torino c’è stata la regia dei militanti di Askatasuna: 13 sui 17 denunciati per vari reati sono noti attivisti del centro sociale mentre altri 4, esponenti dei vari collettivi studenteschi”.
A Roma poi, ha proseguito, “nonostante più di un tentativo di mediazione messo in atto, l’intenzione era di arrivare allo scontro. A fronte del valore occorre riconoscere non solo il diritto a manifestare, ma ad un segno di vitalità delle nuove generazioni: è indubitabile che queste proteste giovanili, esprimano anche una voglia di partecipazione da parte di un mondo che ha sofferto particolarmente l’isolamento”.
A Milano, il ministro puntualizza: “Era stata preannunciata in forma di presidio statico con 100 persone ma in realtà erano 300: un’ora dopo l’inizio della manifestazione, un corteo si è spostato verso la sede di Assolombarda dove 50 manifestanti cercavano di aprirsi un varco, entrando in contatto con la polizia: con lancio di uova e accensione di fumogeni”. E’ stato il protrarsi di questo “a portare a due brevi azioni di alleggerimento”.
“Gli inquirenti potranno accertare la dinamica dei fatti e individuare eventuali responsabilità: anche da parte degli operatori di polizia. Chi è chiamato ad esercitare le responsabilità istituzionali ed operative per la sicurezza pubblica, deve riflettere a fondo quando si verificano fatti incresciosi come quelli del 28 gennaio a Roma, che hanno causato danni a persone estranee al gruppo dei facinorosi. La via maestra è il confronto”.
Ed annuncia che all’autorità giudiziaria “è stata messa a disposizione l’intera documentazione visiva, per individuare ogni responsabilità: comprese quelle eventualmente riconducibili agli operatori di polizia”.
“Le body cam di cui recentemente sono state fornite le forze dell’ordine verranno usate dagli operatori nel pieno rispetto delle direttive impartite dal garante della privacy: che ne ha definito le regole di utilizzo e di cancellazione. Credo si tratti di un passo importante destinato a rinsaldare ulteriormente i sentimenti di fiducia e affetto che legano i cittadini e le forze di polizia”.
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