Lampedusa, la corsa campestre “Libera la natura” ricorda le vittime di Boston
Ha preso il via, il 16 aprile, con un minuto di silenzio in ricordo delle vittime della maratona di Boston, ha preso la III Edizione di “Libera la natura” la corsa campestre di Lampedusa sui terreni confiscati, un progetto che nasce dalla collaborazione tra il gruppo sportivo del Corpo Forestale dello Stato e Libera, Associazioni, nomi e numeri contro le mafie. Prima tappa all’insegna dei diritti e della solidarietà di corsa per Un Mediterraneo di pace e ha visto la partecipazione di oltre 600 studenti delle scuole elementari, medie e superiori di Lampedusa che hanno “calpestato” le vie dell’isola in piccole staffette per far correre un messaggio di pace, di solidarietà e per i diritti di tutti. Il testimone della staffetta è stato realizzato simbolicamente con legno proveniente dai barconi dei migranti giunti sull’isola dal Nord Africa e che viaggerà come concreto messaggio di solidarietà per il Paese nelle altre tappe di Libera Natura. La data scelta per dare il via alla manifestazione di Libera e Gruppo Sportivo del Corpo Forestale ha un valore simbolico: il 16 aprile del 2009 moriva Ester Ada, la giovane nigeriana 17enne al largo della costa di Lampedusa nelle operazioni di soccorso della nave “Pinar”. Ester Ada fu riconosciuta dal fratello, che era tra i 144 naufraghi della “Pinar”. “L’isola di Lampedusa luogo simbolo di Libera – ha dichiarato Giusy Nicolini, sindaco di Lampedusa – dove inizia speranza di nuova vita. Quel testimone da legno barcone incarna dolore e speranza e da Lampedusa con Libera attraverserà l’Italia e dimostrerà il racconto della verità, il coraggio e la fatica per ricordarci che accogliere la povertà è un gesto di coraggio”.Testimonial della manifestazione Daniele Molmenti, campione olimpico di canoa fluviale Londra 2012. Con Lui presenti il sindaco di Lampedusa, Giusy Nicolini, Il Prefetto di Agrigento Francesca Ferrandino, il parroco di Lampedusa Stefano Nastasi e Don Luigi Ciotti.
“A Lampedusa – ha commentato Don Luigi Ciotti, presidente nazionale di Libera – per testimoniare che la Pace va per corsa, non possiamo stare fermi ad aspettarla, dobbiamo costruirla. Pace vuol dire lavoro e creare condizioni per libertà e dignità. Siate orgogliosi di essere cittadini di Lampedusa: liberi con gli altri e mai contro gli altri. Diciamo basta ai venditori di illusioni, chiediamo speranza e concretezza: la politica faccia la sua parte fino in fondo e modifichi leggi che scaricano sul paese responsabilità immensa”.