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Landini: basta Pcto obbligatorio, mettiamo la “patente a punti” con le aziende non in sicurezza punite ed escluse dagli appalti

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La Cgil giovedì 26 gennaio chiederà al ministero dell’Istruzione di cambiare le norme sul Pcto: ad annunciarlo è il numero uno del sindacato Confederale, Maurizio Landini, alla vigilia dell’incontro tra amministrazione e sindacati sulla problematica della sicurezza nell’ambito dei Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento.

A margine del congresso regionale della Cgil Puglia, il sindacalista ha detto che “è il momento di superare l’obbligatorietà dell’alternanza scuola lavoro: non va fatta a tutti i costi a prescindere dai contenuti”.

Dove le aziende non vi sono le condizioni, lo stage può saltare: “Bisogna, dove la si fa, che sia fatta in condizioni tali che le imprese debbano avere dei tutor e avere le condizioni di poterlo fare e, per questo, c’è bisogno di intervenire e di cambiare delle cose”.

Landini ha quindi fatto riferimento agli incidenti mortali occorsi nel 2022, con tre giovani, tra i 16 e i 18 anni, che hanno perso la vita durante un percorso di stage in azienda: “credo che qualsiasi persona di buon senso capisca che non può esistere uno studente che muore sul lavoro quando deve studiare e non deve lavorare”.

La Cgil ha anche realizzato una proposta sul dopo Pcto, il percorso formativo subentrato all’alternanza scuola-lavoro a fine 2019 quando era ministro l’ex grillino Lorenzo Fioramonti: “Noi stiamo insistendo – ha detto Landini, ribadendo le richieste formulate qualche settimana fa – perché venga introdotta la patente a punti, che vuol dire che le imprese che non rispettano le norme” sulla sicurezza “non possono partecipare agli appalti e devono essere messe nelle condizioni di non nuocere più”.

Sulla sicurezza sul lavoro, ha continuato il segretario della Cgil, “si stanno facendo molte chiacchiere e pochi fatti, perché si continua a morire, come siamo di fronte a una vera e propria strage”.

Invece, ha detto ancora Landini, “è il momento di fare delle cose precise che vadano in questa direzione. Bisogna fare prevenzione, vuol dire avere delle strutture pubbliche, penso ai servizi di medicina del lavoro e agli ispettorati”.

Il problema, ha aggiunto, è che “in questi anni hanno tagliato miliardi e persone. Quindi la prevenzione la si fa se ci sono strutture pubbliche che sono in grado di svolgere queste funzioni. Quindi io credo ci siano delle scelte da compiere, bisogna mettere dei soldi lì, bisogna fare assunzioni e fare investimenti”. “Dall’altra parte – ha aggiunto – bisogna anche muoversi perché le imprese che non rispettano le norme di sicurezza siano messe nelle condizioni di non partecipare agli appalti e siano messe nelle condizioni di non produrre: la sicurezza – ha concluso Landini – deve diventare non pensata e vissuta come un costo, ma deve diventare un investimento, dev’essere la carta d’identità di una impresa”.

Sulla necessità di cambiare le norme si dice d’accordo anche Attilio Fratta, presidente Dirigentiscuola, che ricorda come il tema sia “divenuto centrale negli ultimi giorni, dopo il mancato risarcimento alla famiglia di Giuliano De Seta, il giovane ragazzo che ha perso la vita durante uno stage”.

Secondo il sindacato dei presidi, “i Pcto devono essere considerati come un percorso essenzialmente formativo e non lavorativo, per favorire l’orientamento dei giovani, valorizzarne le vocazioni personali, gli interessi e gli stili di apprendimento individuali”.

“La sicurezza – ha concluso Fratta – deve essere al primo posto e l’alternanza va vissuta come un’esperienza umana e culturale. Per questo è importante investire di più sull’informazione dei ragazzi in materia di sicurezza e prevenzione. La morte sul lavoro è una grave sconfitta per tutti”.