La legge di Bilancio è iniqua: toglie alla spesa pubblica, quindi a scuola e sanità, mentre si approva una riforma fiscale che non sottrare nulla agli evasori e nemmeno alza le aliquote di chi guadagna e possiede di più. A sostenerlo è il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, a poco più di dieci giorni dallo sciopero generale proclamato con la Uil proprio per dire ‘no’ alla Manovra di fine 2024. Il riferimento alla scuola, in particolare, è alla cancellazione di quasi 8 mila posti tra docenti e personale Ata, oltre che alla mancata copertura totale del turn over (come del resto in tutto il pubblico impiego) che produrrà inevitabilmente ulteriore precariato.
Ospite di Maria Latella, su Radio 24, il leader del primo sindacato d’Italia ha detto che quella proposta dal Governo “è una manovra ingiusta e anche pericolosa per il Paese: per ridurre il debito taglia la spesa pubblica e non agisce sulle entrate e taglia gli investimenti, dall’autonomotive, al mezzogiorno. E tagliare la spesa significa tagliare sanità, scuola, servizi sociali, nei fatti significa peggiorare la vita dei cittadini”.
Inoltre, continua Landini, “la riforma fiscale non va a prendere i soldi dove sono: un Paese che ha 90 miliardi di evasione fiscale non può continuare a fare condoni concordati o flat tax – continua il sindacalista Confederale – : le sembra giusto che lavoratori e pensionati pagano fino al 43% di tasse e che la rendita tassata al 24% e che l’immobiliare il 12% e che con la flat tax il lavoro autonomo paga il 15%?”.
La regola, sempre secondo il numero uno del sindacato di Corso d’Italia a Roma, è che “a parità di reddito ci dovrebbe essere stessa tassazione. E come dice la costituzione ognuno va tassato in base alla propria capacità contributiva”. Invece, non è così.