Don Milani aveva capito che la conoscenza fa la differenza: a dirlo è stato il segretario della Cgil, Maurizio Landini, domenica 14 maggio, durante un’intervista rilasciata a Fabio Fazio a Che tempo che fa su Rai Tre.
Parlando dei giovani, il leader della Cgil ha detto che in Italia “non riescono a pagare gli affitti”, una condizione di disagio di cui si è parlato molto in settimana, anche per i docenti, e non gli viene garantito diritto alla formazione.
“Oggi – ha dichiarato Landini – i giovani guardano avanti e non vedono un futuro, perché hanno davanti la precarietà e il rischio di non poter usare l’intelligenza che anno per cambiare la soluzione. Don Milani ha capito da subito che la conoscenza è quella che fa la differenza. Siamo davanti al fatto che un figlio di un lavoratore dipendente farà il precario per tutta la vita”.
Forti critiche sono state inviare al governo in carica, guidato dal Giorgia Meloni, perché secondo il numero uno della Cgil “ha allargato l’uso dei voucher, i contratti a termine, e introdotto sanatorie. Penso che sia sbagliato. Si facessero pagare loro in questo modo“.
A proposito dell’ulteriore taglio del cuneo fiscale, approvato dal governo solo per gli ultimi sei mesi del 2023, Landini ha spiegato che va reso permanente: le risorse andrebbero prelevate dagli extraprofitti. Con quei soldi si potrebbe anche combattere la precarietà cronica, che oggi spinge i giovani ad andare all’estero.
“Quando 100mila giovani se ne vanno perché qui non trovano le condizioni per vivere significa che noi siamo matti: è un segnale che non da un futuro al nostro paese”, ha sottolineato Landini, che non ha escluso il ricorso allo sciopero generale (dobbiamo usare tutti gli strumenti quando è il momento giusto, per portare a casa dei risultati).
Il taglio del cuneo, ha detto il segretario, “è una delle nostre richieste: la nostra critica è che vale solo sei mesi. Le risorse? Bisogna andare a prendere i soldi dove sono, in una situazione nella quale sono aumentati i profitti. Non lo dice la Cgil, ma la Banca d’Italia e la Bce. L’inflazione non è dovuta ai salari alti, ma ad un livello degli extraprofitti che è uno scandalo”.
E ancora: “è necessaria una vera riforma fiscale” con il principio che “ognuno deve pagare in base a quello che prende” mentre ora una “rendita finanziaria paga solo il 20% e un autonomo, anche quello più ricco il 15%”.
Il fisco – ha ricordato il leader della Cgil – “serve ad avere sanità pubblica, le scuole, gli asili. E succede ora che si sta tagliando la spesa pubblica, la sanità e la scuola. E quelli che pagano le tasse, alla fine, stanno peggio”.
Landini ha quindi chiesto al governo di aprire una discussione con i sindacati. “Con noi non lo sta facendo. Ci ha chiamato la domenica sera, prima del primo maggio, alle 19.30. Era una presa in giro. Dico che Cgil Cisl e Uil rappresentano milioni di persone che tengono in piedi il Paese. Siamo noi che paghiamo le tasse vogliamo noi garantire un futuro al Paese”.
Per il segretario della Cgil “è il sistema economico globale che va cambiato” e per questo ci sarà un’iniziativa con gli altri sindacati europei.
“Mi interessa portare a casa dei risultati per le persone che rappresento – ha affermato – Voglio che chi lavora non sia povero, che la sanità ci sia, senza liste di attesa lunghe anni se non te la puoi pagare”.
Landini ha quindi detto che a fine maggio, al congresso dei sindacati europei, si parlerà anche di una mobilitazione che unisca sui temi della precarietà e dell’inflazione i lavoratori di tutti i Paesi del Vecchio Continente. L’impressione è che di questo passo si potrebbe davvero arrivare allo sciopero generale.
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