Non possiamo “premiare i docenti migliori e non possiamo sanzionare quelli che si comportano scorrettamente”: l’Anp dissotterra l’ascia di guerra e lancia l’attacco: “Si pretenderebbe addirittura di privare i dirigenti della possibilità di sospendere i docenti responsabili di comportamenti non conformi alle responsabilità, ai doveri e alla correttezza inerenti alla funzione”.
Perché improvvisamente l’Anp, che rappresenta solo una parte dei dirigenti scolastici, si inalberi con tanta acredine soprattutto sulla parte che riguarda le sanzioni contro i prof, in tutta sincerità non si capisce.
Si legge ancora sul sito: “È veramente inaccettabile che non si possano sanzionare, con la dovuta tempestività, i comportamenti scorretti: che bell’esempio per gli alunni e per i genitori! Forse nessuno deve poter punire un docente che arriva con mezz’ora di ritardo a scuola? O che tratta gli studenti senza rispetto?”
E nel caso contrario? Se cioè un dirigente, oltre a farsi prendere dal delirio di onnipotenza, sanziona e punisce, e inoltre arriva a scuola secondo il suo orologio biologico? E poi, se ne impipa delle ordinanze, favorisce chi gli aggrada, nomina vicari piegati al suo schiribizzo, trascura la didattica per inseguire progetti lucrosi, fa affari coi fornitori?
Sembra quasi, leggendo il comunicato, che tutte le malefatte a scuola derivino dai docenti, dalle loro subdole manovre per scansare il lavoro, vessare i ragazzi, fare i loro comodi, mentre “il lavoro dei dirigenti delle scuole è teso unicamente a garantire la qualità del servizio pubblico di istruzione”.
Mentre il dirigente ha in mano ogni strumento per denunciare, segnalare, intimidire il prof “stravagante”, il prof che subisce un’angheria dal dirigente o si accorge delle sue malversazioni morali, etiche e materiali il più delle volte, se volesse segnalarle, si trova davanti un muro, con tutti i rischi connessi alla sua scalata.
Suvvia, le contrapposizioni fanno male alla scuola, né arrogarsi diritti plenipotenziari aiuta alla sua democratica e corale gestione.
Per questo pensiamo che un preside elettivo, come il Rettore dell’Università, sia la forma migliore per il governo della scuola: chi vale tra i prof, viene messo a capo, unus inter pares, e se viene colto da improvviso virus di potenza, alla prossima elezione ritorna in classe.
Non è un concorso che dà il sigillo della saggezza, del buon volere e del buon governo della scuola, considerato pure che lo possono vincere proprio quei docenti contro cui l’Anp lancia i suoi strali.
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