Non sono solo i social a diffondere l’epidemia di ansia far i giovani. I maggiori untori sarebbero, come certificano gli scienziati di Lancet Psychiatry, le peggiorate condizioni economiche e la precarietà. E in tale guazzabuglio, esplodono i bubboni della solitudine, dell’infelicità, della depressione, dell’ansia e perfino l’aumento documentato dei suicidi.
E in tutto ciò, i social, al contrario di come affermano taluni scienziati e sociologi, c’entrerebbero poco o nulla, o meglio “non esista una sola ricerca scientifica che dimostri in maniera chiara e inequivocabile che i social facciano male alla salute mentale dei giovani”.
La dimostrazione sta nei dati, considerato che l’aumento dei casi di depressione e dei tentativi di suicidio si sono addirittura triplicate dal 1999 al 2017, facendo coniare l’espressione “la crisi della salute mentale dei giovani”.
Una delle massime esperte di psicologia, che opera all’Università di California, ha affermato: “La tesi che le tecnologie digitali stiano provocando una modificazione delle connessioni nervose nel cervello dei nostri bambini e causando un’epidemia di disturbi mentali non è supportata dalla scienza. Centinaia di ricercatori – me compresa – hanno condotto ricerche per capire se il tempo passato sui social abbia effetti pesanti. I nostri sforzi hanno dimostrato che o non c’è nessun effetto, o l’effetto è minuscolo, o molto dubbio. E quando questi studi si sono protratti nel tempo hanno suggerito non che l’uso dei social media predice o causa la depressione, ma bensì che i giovani che già soffrono di disturbi mentali utilizzano queste piattaforme più spesso o in modi diversi rispetto ai loro pari sani”.
In altre parole sono proprio gli adolescenti infelici che si attacco allo schermo del telefonino proprio per fuggire dalle cose della mia vita che restituiscono ansie come una famiglia disfunzionale con genitori che angosciano, o una situazione economica o sociale che terrorizza e non viceversa.
Dunque la crisi di salute mentale dei giovani dipenderebbe, secondo gli studiosi, dalle conseguenze del neoliberalismo ha portato precarietà, crescente diseguaglianza intergenerazionale, una grave erosione della sicurezza sul lavoro per i giovani, il trasferimento di ricchezza dalle giovani alle vecchie generazioni, con poche prospettive di farsi una posizione sociale, come una casa.
Dunque la crisi della salute mentale dei giovani è provocata dal peggioramento delle loro condizioni materiali e non dal diffondersi dei social e dei telefonini, come dimostrano decine e decine di ricerche sul campo.
Tornando alla Commissione di Lancet Psychiatry, riporta Il Domani, gli scienziati hanno identificato altri due fattori che causano il malessere mentale dei giovani: “Un trend che i giovani frequentemente riferiscono come fonte di disagio psicologico è la pressione accademica”, con le paure legate al fallimento che può portare “a una vita di precarietà e marginalizzazione”, compresa la paura per il cambiamento climatico, che condiziona la loro esistenza.
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