L’apprendimento permanente consiste in “qualsiasi attività intrapresa dalle persone in modo formale, non formale, informale, nelle varie fasi della vita, al fine di migliorare le conoscenze, le capacità e le competenze, in una prospettiva personale, civica, sociale e occupazionale” (legge 92 del 28.06.2012, articolo 4, comma 51).
Tra le infrastrutture strategiche per implementare il sistema dell’apprendimento permanente svolgono un ruolo fondamentale le reti territoriali per l’apprendimento permanente (RETAP), il CPIA, in quanto Rete Territoriale di Servizio del sistema di istruzione, deputata a realizzare sia attività di istruzione per gli adulti che attività di RS&S in materia di istruzione degli adulti, è soggetto pubblico di riferimento per costituire le reti territoriali per l’apprendimento permanente.
La recente riforma dei Centri Territoriali Permanenti (CTP) prevede un’autonomia dei nuovi Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti (CPIA) articolati in reti territoriali, ma gli adempimenti previsti dalla normativa sono lunghi e rischiano di affossare le opportunità introdotte.
Al contrario, le attività intraprese dal basso hanno consentito molte attività di sperimentazione organizzativa e didattica nei CTP che, soprattutto per il protagonismo di chi opera sul campo, cambiano in modo significativo il “fare scuola” per la popolazione adulta.
Esistono numerosi esempi nell’istruzione formale che potrebbero offrire modelli di lavoro efficaci (ad esempio, il progetto Polis della rete dei CTP del Piemonte, ma anche molte altre iniziative analoghe in diverse regioni italiane) e la messa a regime di sistemi per l’accoglienza e il riconoscimento delle competenze.
A tal riguardo riportiamo la dichiarazione di Amburgo sull’educazione degli adulti:
1. Noi, partecipanti alla Quinta Conferenza Internazionale sull’Educazione degli Adulti, nella libera città anseatica di Amburgo, riaffermiamo che soltanto uno sviluppo centrato sull’umanità e una società partecipata che si basi sul pieno rispetto dei diritti umani, possono guidare verso uno sviluppo equo e adeguato. Solamente una partecipazione consapevole e informata di uomini e donne, in ogni sfera della vita, può permettere all’umanità di sopravvivere e vincere la sfida del futuro.
2. L’educazione degli adulti diviene per questo più di un diritto; è la chiave di volta del ventunesimo secolo, poiché appare sia come una conseguenza di una partecipazione attiva dei cittadini, sia come una condizione per una piena partecipazione alla vita sociale. E’ un concetto forte a sostegno di uno sviluppo coerente dal punto di vista ecologico, e democratico, promotore di giustizia ed equità e di una spinta scientifica, sociale ed economica, indirizzati alla costruzione di un mondo, in cui il conflitto violento sia sostituito dal dialogo e da una cultura della pace, basata sul senso di giustizia. L’apprendere in età adulta, e durante tutta la vita, può aiutare a ridefinire la propria identità e a dar senso alla propria vita, stimolando a riflettere e a rivedere tematiche quali l’età, le differenze di sesso, di lingua, cultura e status economico, l’handicap.
3. L’educazione degli adulti concerne l’intero corpo di processi, messi in atto formalmente o meno, nei quali le persone che la società cui appartengono considera adulti, sviluppano abilità, arricchiscono conoscenze e migliorano o aggiornano, per meglio rispondere a bisogni propri o della propria società, competenze tecniche e professionali. L’educazione degli adulti, dunque, comprende sia l’istruzione formale e continua, sia ogni apprendimento informale, sia la totalità di quegli apprendimenti casuali che una società multiculturale offre, ove riconosca l’importanza di approcci teorici e pratici.