Credevamo fosse impossibile ormai che 16 anni da quel terribile sisma del 6 aprile 2009, che fece 309 morti, ci potessero essere scuole ancora impreparate ad affrontare un sisma e studenti ancora nei container.
Eppure, secondo quanto riporta Domani, il 40 per cento delle abitazioni sono inutilizzate, contro una media nazionale del cinque. Prima del sisma c’erano nel centro storico circa 600 attività tra bar, ristoranti, negozi e botteghe: dopo 16 anni circa 400 hanno ancora le saracinesche abbassate.
Gli interventi conclusi sarebbero, secondo le più recenti certificazioni, solo il 47,7 per cento, il 15,6 per cento sono in fase di collaudo e il 15 in attuazione, mentre il 17,9 sono ancora in fase di programmazione e il 3,7 in progettazione. La ricostruzione privata invece va nettamente meglio, con il 98 per cento di pratiche istruite e circa l’80 per cento di edifici riconsegnati.
Ma non solo, sembra che l’Aquila non abbia più il suo cinema, per ora non ha ancora il teatro, non avrebbe le sale di spettacolo, né l’auditorium all’interno del museo nazionale che era nel castello
Ma l’aspetto probabilmente più critico, sottolinea Il Domani, sarebbe il problema scuola.
Secondo il quotidiano, quasi 4 mila studenti vanno a lezione ancora nei Musp, i Moduli a uso scolastico provvisorio che si sarebbero trasformati nelle uniche aule che migliaia tra bambini e ragazzi hanno frequentato durante il loro ciclo scolastico. “Non sono scuole pensate per essere scuole, ma pensate per durare cinque anni, ne sono passati 16 e qui ci sono ancora 3.560 studenti, su una popolazione studentesca che arriva a circa 11mila».
E ancora, su un totale di 17 edifici scolastici, 11 presentano ancora un indice di vulnerabilità molto al di sotto del valore minimo di sicurezza. Dalla tabella ottenuta dal comitato cittadino si legge come, su un indice di vulnerabilità massimo pari a 1, alcuni istituti superino ampiamente la soglia ritenuta accettabile di 0,6.
Anche per le scuole la ricostruzione e l’adeguamento vanno a rilento, con soli due istituti conclusi su 16 cantieri totali, mentre il dibattito si incentrerebbe sulla richiesta dei comitati cittadini di far tornare le scuole nel centro storico, che oggi sono prive di istituti scolastici e di tutto quell’ecosistema di attività e servizi che potrebbe ruotargli attorno.
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