L’Argentina è campione del mondo. L’insolito Mondiale di calcio invernale, svolto nel Qatar, se l’aggiudica una delle nazionali più blasonate del Sud America, con Leo Messi che incassa l’unico trofeo che gli mancava, al termine di una maratona di quasi 140 minuti, che non erano bastati per rompere l’equilibrio del risultato, terminato 3 a 3. C’è voluta la lotteria dei rigori per stabilire il vincitore: ancora una volta, dagli undici metri i giocatori dell’Albiceleste sono risultati impeccabili, con quattro penalty su quattro finiti in fondo alla rete.
“Ora voglio godermi la coppa insieme a tutti quanti. Non vedo l’ora di tornare in Argentina per vedere la mia gente”, ha detto Messi, in lacrime come tutta la squadra e il suo allenatore Lionel Scaloni, che a 44 anni è diventato il secondo ct più giovane campione del mondo.
Ai ‘Bleus’ francesi non è bastata la forza della natura Kylian Mbappé, autore di una memorabile tripletta nella finale e miglior goleador del Mondiale con otto reti in sei gare, né la presenza in tribuna del presidente francese Emmanuel Macron.
Alla fine, però, la vittoria dell’Argentina (la terza in un Mondiale di calcio) è stata meritata: in campo ha dominato per tre quarti di tempi regolamentari. Poi è calata, si è fatta raggiungere. Ma è rinata nei supplementari. E ai rigori è stata implacabile.
Sugli spalti non poteva esserci Diego Armando Maradona, l’uomo che, senza cultura e senza volerlo, ha trasformato il calcio in poesia: se ne è andato all’improvviso due anni fa, ma c’è chi è convinto che in qualche modo a spingere e a trepidare per i suoi ci fosse anche lui.
Terminata la partita, gli argentini si sono riversati in piazza. Tanti tifosi in visibilio. È finita! ‘Ganamos!’ ‘Gracias Pulga Messi!’ Dalle spettacolari cascate di Iguazù al confine con il Brasile, fino alla base scientifica Marambio in Antartide, passando per l’iconico obelisco sulla Avenida 9 de Julio di Buenos Aires, il popolo argentino ha fatto scattare una incontenibile ‘fiesta’.
Nelle strade di tutto il Paese si è levato il grido di ‘Vamos Argentina e ‘Dale campeòn!’: è il grido di un Paese che nell’ultimo secolo ha vissuto forti crisi economiche e che, complice il dilagare della corruzione, ha fatto sprofondare nella povertà più del 40 per cento della popolazione. Con il rammarico di avere risorse non indifferenti.
I festeggiamenti per l’importante titolo si sono svolti anche in Italia, dove vivono quasi 10 mila argentini.
A Roma, un centinaio dei sostenitori della squadra ha improvvisato caroselli a Piazza Venezia e canti per le vie del centro piene di turisti e romani intenti nello shopping natalizio.
Anche a Milano la comunità argentina, non particolarmente numerosa nel capoluogo lombardo, ha improvvisato la festa in piazza per la vittoria della loro nazionale di calci: una cinquantina di tifosi hanno intonato cori e balli in piazza Duomo e qualche decina sono scesi in strada felici in corso Buenos Aires e in corso Venezia, in centro città.
Anche il presidente russo Vladimir Putin ha chiamato il suo omologo argentino, Alberto Fernandez, per congratularsi per la vittoria della nazionale argentina ai Mondiali di calcio in Qatar: a riferirlo è stato l’addetto stampa di Putin, Dmitry Peskov, citato dalla Tass.
“Vladimir Putin ha appena parlato al telefono con il presidente argentino Alberto Fernandez e si è congratulato calorosamente con lui per la vittoria dell’Argentina alla Coppa del Mondo Fifa”, ha detto Peskov.
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