Categorie: Politica scolastica

Lasci la scuola? Ti penalizzo

Lo scrive Italia Oggi che si basa sullo schema di decreto predisposto dalla Funzione pubblica in vista dell’avvio della discussione davanti alla conferenza unificata, che dovrebbe cominciare nei prossimi giorni.

Il provvedimento, nato dalle attese di molti docenti, stanchi dell’ aggravamento dell’onerosità della prestazione, ha però risvolti pesanti.

Se infatti fino a qualche anno fa il preside, se poteva sospendere autonomamente un alunno indisciplinato, doveva chiedere l’intervento di un’autorità superiore per sospendere un docente; rapporto che oggi è cambiato: il dirigente scolastico può sospendere un docente, senza il concorso di altra autorità, ma non può sospendere un alunno che si comporta male. In quest’ultimo caso, infatti, è necessario un provvedimento collegiale del consiglio di classe.

Un accanimento contro i prof che sta determinando, secondo recenti statistiche, richieste di pensione per inabilità da parte dei prof che sarebbero due volte più soggetti a patologie da “burn out” rispetto alle altre categorie di impiegati.

Da qui la legittima aspirazione di andare a lavorare in altre amministrazione dello stato. Ma chi opterà per questa soluzione, specifica Italia Oggi,  dovrà prepararsi ad accettare uno stipendio più basso: i docenti delle secondarie saranno inquadrati nel ruolo dei funzionari (area C) e gli insegnanti di scuola dell’infanzia e della primaria nel ruolo degli impiegati di concetto (area B).

Ma riceveranno uno stipendio pari a quello di un vincitore di concorso neoassunto.

La perdita salariale, dunque, potrà arrivare fino a 500 euro in meno, netti mensili. Per la mobilità volontaria, infatti, la bozza di decreto non prevede la possibilità del mantenimento dello stesso stipendio che si percepiva nell’amministrazione di provenienza (ma con il blocco degli scatti di anzianità). 

Pasquale Almirante

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